|
Giancarlo
Elia Valori
Lultimo potere forte
1. Il manager che ama laglio
2. Dai dinosauri
alla new economy
3. Il ragazzo prodigio
4. Armi & agenti
segreti
5. Amiche toghe
6. Vip, cene e
giornali
7. Valori, ultimo
atto
1. Il manager che ama laglio
Chissà se è davvero, come dicono tanti, luomo
più potente dItalia. Certo è uno dei più
temuti. E dei più misteriosi. E con le migliori relazioni
internazionali. Sicuramente Giancarlo Elia Valori,
il supermanager che lascia dietro di sé una scia di
odore daglio (lo divora a spicchi, crudo, convinto delle
sue virtù salutari) è lunico sopravvissuto
di una specie ormai estinta: quella dei boiardi di Stato.
Tutti gli esemplari della specie sono scomparsi: i potentissimi
membri della casta che presidiava le imprese pubbliche per
conto dei boss dei vecchi partiti sono stati spazzati via
da Mani Pulite, dal tramonto della Prima Repubblica, dalla
nuovelle vague delle privatizzazioni... Ma lui, il Manager,
Professore, il Signor Autostrade, è sopravvissuto felicemente
al crollo della Nomenklatura (e non è la prima volta
che attraversa il fuoco come una salamandra). Ha pilotato
la privatizzazione della società Autostrade, restandone
- caso unico - presidente. E continua a collezionare onori,
cariche, poltrone. Ora, come amministratore delegato, alle
Autostrade è arrivato un manager forte, Vito Gamberale;
e Valori, a cui non basta fare il presidente di rappresentanza,
ha cominciato a cercare altri spazi di potere. Tanto per cominciare,
allinizio di marzo è stato eletto presidente
dellUnione Industriali di Roma, ma non ha certo intenzione
di fermarsi lì: sta decidendo che cosa farà
da grande, e ha (come sempre) grandi idee. La prossima poltrona
potrebbe essere tutta politica; non gli dispiacerebbe, per
esempio, quella di sindaco della capitale. In questo caso,
trasversale comè, avrebbe un solo imbarazzo:
scegliere se essere candidato dalla destra o dalla sinistra.
Ma chi è davvero Giancarlo Elia Valori, linossidabile?
Raccontarlo non è facile. Attorno a lui aleggiano leggende
nere, che odorano, più che daglio, di incenso
e, nello stesso tempo, di zolfo. è circondato da una
barriera di protezione e di silenzio. Chi lo conosce bene,
pur senza amarlo, sembra averne un sacro terrore. Tanto che
viene la voglia, per una volta, di dimenticare la Regola Numero
Uno del Bravo Giornalista («Non tediare il povero lettore
con il racconto delle difficoltà incontrate nel raccogliere
le notizie»), perché quelle difficoltà
fanno parte del personaggio. Perfino una persona coraggiosa
e senza scheletri nella cassapanca come Tina Anselmi,
mitica presidente della Commissione parlamentare sulla P2,
appena sentito il nome fatidico si blocca: «Non insista,
io su quel signore non ho nulla da dire». Se risponde
così lei, figuratevi gli altri. E, visto il personaggio,
abituato a essere trattato più che bene dai giornali,
non ci si potrà stupire neppure dei sospetti dietrologici
con cui potrebbe essere accolta uninchiesta sul Signor
Autostrade: ma chi cè dietro? quale gioco fanno?
per conto di chi? E invece dietro - è la stampa, bellezza
- cè solo la curiosità per una maschera
del teatro italiano del potere, cè la voglia
di capire perché Giancarlo Elia Valori è
così potente, così misterioso, così temuto,
così inossidabile. E, allora, proviamo a raccontarlo,
partendo dal presente.
(1.continua)
(gianni barbacetto, da «diario della settimana»,
22 marzo 2000)
|
|
|