Campioni d’Italia

Giancarlo Elia Valori
L’ultimo potere forte


6. Vip, cene e giornali
Non è solo Cesare Romiti affezionato alle presentazioni dei suoi libri (una biografia di Ceausescu, una di Ben Gurion, il volume L’eredità di Mao, i saggi La pace difficile, Quattro scritti sulla pace nel mondo, La privatizzazione delle aziende dei servizi pubblici...). Sono tante, tantissime le personalità che corrono ai Valori-show, allietati dalla presenza di Carlo Rossella nella veste di presentatore, dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga che arriva a braccetto con l’ex amministratore dell’Alitalia Giovanni Bisignani, del produttore Vittorio Cecchi Gori sorridente, dell’ex presidente della Corte costituzionale Antonio Baldassarre, del ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, del segretario della Uil Pietro Larizza (calabrese, dunque come Valori tifoso del ponte sullo Stretto). E di tanti, tanti altri. I giornali sono abituati a trattarlo con i guanti. I grandi quotidiani gli recensiscono i libri e raccontano con toni da Agenzia Stefani le cronache delle presentazioni infarcite di vip. Il Messaggero ospita i suoi articoli in prima pagina. E Panorama per lui ha inventato, in un numero del febbraio scorso, il genere giornalistico del «doppio servizio»: a pagina 70 un articolo di Marcella Andreoli che racconta le imbarazzanti telefonate (intercettate) tra il cardinale di Napoli Michele Giordano e Valori, alla ricerca di sostegni per Telon, un suo consorzio di telefonia («Eminenza, se entriamo noi, la Nokia apre uno stabilimento anche ad Avellino...»), con il direttore dell’Osservatore romano Mario Agnes che su Valori lancia comunque avvertimenti al cardinale («Vostra eminenza deve sapere che questo è Loggia nel senso stretto del termine...»); e a pagina 113 una entusiastica intervista di Tino Oldani allo stesso Valori sui suoi mirabolanti progetti nelle telecomunicazioni, dal titolo Valori della New economy («Rispondo con le stesse parole usate da Bill Clinton nel recente seminario di Davos...»). Valori è un professionista del contatto, un Nobel dei rapporti, un sacerdote delle pubbliche relazioni. Scrive lunghe lettere vergate a mano («Carissimo...») anche a chi ha visto una volta soltanto, non dimentica un compleanno, un anniversario, un’inaugurazione dell’anno giudiziario. Sembrerebbe non aver altro da fare che organizzare cene, incontri, presentazioni, convegni, inaugurazioni, messe votive, concerti di Natale. Specialista in lauree honoris causa, a fine febbraio (secondo quanto ha scritto il quotidiano Il Mattino di Padova) ha voluto far concedere al capo della Polizia Fernando Masone la cittadinanza onoraria di Padova, dove è sindaco la sua amica Giustina Destro. Ogni tanto, però, l’aggancio salta. Come quella volta che aveva organizzato una cena, in un albergo vicino all’aeroporto di Torino Caselle, a conclusione del funerale del dipendente della Società Autostrade morto nel rogo del Tunnel del Monte Bianco. Quando ha saputo che era stato invitato anche il magistrato che stava indagando sulla sciagura, il presidente dell’Iri (da cui Autostrade dipendeva prima della privatizzazione) Gian Maria Gros-Pietro ha fiutato che l’incontro non era opportuno ed è volato a Roma.
(6.continua)