Campioni dItalia Giancarlo Elia Valori Lultimo potere forte 2. Dai dinosauri alla new economy Valori dal marzo 1995 è presidente della Autostrade spa, la più grande rete autostradale del mondo, con i suoi 3 mila chilometri dasfalto, 3.200 miliardi di fatturato, 426 di utili. Ma ci tiene a qualificarsi, prima che come manager, come «professore»: anche se le sue cattedre sono solo onorarie, virtuali, una a Pechino («Economia e politica internazionale») e una a Gerusalemme («Studi sulla pace e la cooperazione regionale»). Lelenco delle onorificenze, poi, riempie mezza pagina: cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana, cavaliere dellOrdine di Isabella la Cattolica, cavaliere della Legion dOnore e un vasto campionario di medaglie e riconoscimenti collezionati in giro per il mondo, a partire dallArgentina e dalla Corea. La nuova poltrona che ha appena aggiunto alla sua collezione, quella di presidente degli industriali romani, è stata invece, fino a oggi, una briscola bassa, di poco valore, perché è al Nord che sta la grande industria privata. Ma ora, dopo le privatizzazioni, nel club romano sono entrate anche le ex imprese di Stato, il gigante Telecom, le Autostrade... Valori non ha perso tempo e si è subito piazzato. Lo ha fatto a modo suo, senza contrasti apparenti: ha incontrato il candidato naturale, espressione dei piccoli imprenditori romani (Gennaro Moccia) e lo ha velocemente convinto a ritirare la candidatura. Appena designato, ha incassato i complimenti di Francesco Rutelli, sindaco di Roma («Valori rappresenta la novità, ma anche la continuità...»). E ha subito buttato lì, in un intervento sul molto ospitale Messaggero, lidea di Roma «cerniera tra Nord e Sud», tra «due Italie» da avvicinare: e come, se non con un paio di belle autostrade («riqualificazione della Salerno,Reggio Calabria e trasformazione della Taranto,Reggio») e un bel ponte sullo Stretto di Messina? In questo programma, Valori trova una sponda sinistra dentro il governo DAlema: in quel Marco Minniti che è il braccio destro del presidente del Consiglio, ma prima ancora è un politico calabrese, che tanto si sta dando da fare per portare sviluppo (cioè soldi e lavori pubblici) alla sua regione. Un altro tema che Valori ha subito toccato dopo la sua ultima nomina, anche se non centrava niente, profuma di new economy: è il programma di Blu, il consorzio per la telefonia di cui è presidente. «Vogliamo grossi partner che rappresentino innanzitutto gli interessi nazionali e poi i grandi interessi europei». Blu (soci: Autostrade, cioè Benetton e il gruppo Caltagirone, più Mediaset, più British Telecom) è il quarto gestore Gsm e ha partecipato alla gara per le licenze Umts, il sistema che unisce telefonino e servizi internet, per poi ritirarsi a metà gara, per decisione di British Telecom. Una figuraccia per tutti. Questa volta, Valori non è riuscito a dimostrare di saper passare dai dinosauri di Stato alla new economy. Chissà che cosa gli riserverà il futuro. Ma intanto, per conoscere il personaggio, è necessario tuffarsi nel passato dei dinosauri. (2.continua) |