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Pannella-Bonino Spa

di Mauro Suttora

Quando ha saputo che stavo scrivendo questo libro, e quindi prima di leggerlo, Marco Pannella lo ha definito pubblicamente (con un comunicato sul sito Internet www.radicali.it) "velenoso, pericoloso, mortificante, mediocre e arrogante". Non me ne preoccupo: insultare è il suo modo di voler bene, e personalmente Marco mi resta simpaticissimo. Uno dei miei passatempi preferiti è lasciarmi ipnotizzare dai suoi discorsi su Radio radicale, lunghi quanto quelli di Fidel Castro, anche se confesso che a volte mi assopisco. Il problema è che radicali sono reduci da uno dei fiaschi più dolorosi della storia politica mondiale. Alle elezioni del 2000 hanno perso i tre quarti dei voti ottenuti appena dieci mesi prima, quando erano diventati il quarto partito d’Italia, e il secondo in molte zone del Nord. Anche i loro referendum sono stati annientati dall’astensione.

Ma a Marco Pannella ed Emma Bonino
i grandi numeri non servono. Lunga, infatti, è la lista delle loro vittorie: divorzio, obiezione di coscienza, voto ai diciottenni, aborto, smilitarizzazione della polizia, diritti degli omosessuali, chiusura delle centrali atomiche, elezione diretta dei sindaci, tribunale Onu per la ex Jugoslavia, corte penale internazionale... E poi le altre battaglie: contro la fame nel mondo, la pena di morte, l’ergastolo, il finanziamento pubblico ai partiti, la caccia; e per la droga legale, il voto maggioritario, la giustizia "giusta", gli Stati Uniti d’Europa, la rivoluzione "liberale"... Da trent’anni raccolgono firme nelle piazze, organizzano marce, inscenano sit-in, si trasformano in uomini-sandwich, fanno "radicalate" esibizioniste, confezionano irritanti comunicati di protesta. Ma sono unanimemente giudicati puliti e preziosi nel mortifero panorama politico italiano. Si definiscono liberali, liberisti e libertari: "lib-lib-lib", in breve. Più una goccia di libertinismo intellettuale e pure sessuale.

Impasto unico al mondo:
di solito i liberali sono conservatori parrucconi, mentre i libertari si atteggiano a rivoluzionari fricchettoni. Loro invece sono liberali da marciapiede, libertari con la cravatta, e il loro liberismo non piace neanche agli industriali. Nessuno ha mai capito se i radicali italiani stanno a destra o a sinistra. Risultato: sono odiati sia a destra che a sinistra. L’unica volta che a una di loro è stata data la possibilità di governare, il risultato è stato positivo: la commissaria europea Bonino è stata, dal 1995 al ’99, fra i politici più efficaci del continente. Pesca, consumatori, aiuti umanitari, Afghanistan, Ruanda, Kosovo: dove ha messo le mani, il plauso è stato notevole. Quando si dice "radicali", però, in Italia si intende soprattutto Pannella. Il settantenne "mouse that roars" (topolino che ruggisce, secondo l’Economist) convive politicamente da un quarto di secolo con la cinquantenne pasionaria piemontese. «è stato lui a insegnarmi tutto», ammette lei, già orgogliosa leader femminista. «Sei la protesi di Pannella», l’ha offesa Silvio Berlusconi. «Non ho bisogno di ammazzare il padre per diventare grande», gli ha risposto lei. Fisicamente sono l’opposto: lui si porta appresso 120 chili dislocati su 190 centimetri, lei ne pesa 50 ed è alta un metro e 60. Li unisce l’amore per la nicotina, e la parlantina.

Ma anche nella dialettica
sono agli antipodi: barocco e fluviale lui, concreta e concisa lei. Lui è un vecchio crociano che cita personaggi misteriosi ai più come Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini; lei pronuncia discorsi all’americana, saccheggiando le banche-dati della New economy. Apostoli della democrazia diretta (ci hanno fatto votare 50 referendum in 22 anni), controllano con ferrei criteri leninisti un partitino paragonato spesso a una setta. Pannella è un libertario, ma comanda i suoi col capriccio del satrapo mesopotamico. I radicali sono per il federalismo, però il Pr è rigidamente centralista e romanocentrico. Sono per il maggioritario, ma rifiutano di sottomettersi alla regola «o di qua, o di là». Il Pr è il partito dell’antipolitica, però i radicali sono abili manovratori iperpoliticisti. E per di più vanno fieri delle proprie contraddizioni, da quando Pier Paolo Pasolini li esortò a «non essere mai uguali a se stessi» e a «continuare a scandalizzare».

Lui non ha l’auto
, non ha la patente, non ha mai fatto sport, non lo guarda, non gli piace il calcio. è quindi un extraterrestre per l’Italia, dove i padroni delle squadre di pallone si danno alla politica, e i politici adorano farsi vedere negli stadi. La Bonino invece guida, ama la vela e pratica il nuoto subacqueo. Lui fa politica da 55 anni, lei da 25. Ma sono entrati assieme rumorosamente per la prima volta in parlamento nel ’76: con un completo di lino bianco da Grande Gatsby lui, in zoccoli e jeans lei. Entrambi provinciali: lui da Teramo negli Abruzzi, lei da Bra (Cuneo). Abitano a Roma: lui in una soffitta al quinto piano dietro la fontana di Trevi, lei a Trastevere, in una casa arredata con pizzi che ha ipotecato per pagare i debiti del partito.

Nessun radicale ha mai rubato. Ma sia Marco che Emma sono finiti in carcere: lui nel ’68 in Bulgaria dove protestava contro l’invasione di Praga, e nel ’75 a Regina Coeli per uno spinello; lei nel ’75 per aborto, e nel ’90 a New York per aver distribuito siringhe contro l’Aids. Assieme hanno trascinato in parlamento Leonardo Sciascia, Toni Negri, Enzo Tortora, Cicciolina, Domenico Modugno. Nel ’78 si imbavagliarono in tv per denunciare la censura: oggi quel gesto è studiato nelle università statunitensi. In Italia, invece, se si lamentano ancora contro il "regime", fanno sbadigliare. Nel ’92 lui è stato il primo politico al mondo eletto in una lista con il proprio nome. Poi lo ha fatto anche la Bonino. Si battono contro il finanziamento pubblico, ma lo incassano per darlo a Radio radicale, oppure per distribuirlo ai passanti in banconote col timbro: «Soldi rubati». Marco a 50 anni si è travestito da clown, a 56 da Babbo Natale. A trent’anni faceva le marce antimilitariste, a sessanta non si è vergognato di addobbarsi con la divisa dell’esercito croato.

Emma a vent’anni era abortista
, a 50 orgogliosa di farsi fotografare con il papa. Ma il XX settembre 2000 il Pr è stato l’unico partito a commemorare Porta Pia con un corteo anticlericale. Hanno fatto cadere presidenti della Repubblica (Giovanni Leone) e ne hanno fatti eleggere altri (Oscar Scalfaro). Poi si sono scusati col primo e hanno litigato col secondo. Entrambi non sono sposati e non hanno figli. Marco è bisessuale, ma sta con la stessa donna da quasi trent’anni. Affascina i giovani: il partito radicale ha avuto tanti segretari ventenni. Si è battuto contro il reato di plagio, ma i suoi adepti vengono definiti «pannellati» e peggio. Emma ha amato quattro uomini (tutti radicali), e oggi è single: «Non è fatta per sposarsi», sospira sua madre. Marco passa i Ferragosti a visitare prigioni e i Capodanni a parlare a Radio radicale. Emma invece si gode ferie e week-end in barca. Alcuni li considerano geni, altri impostori. Per molti sono buffoni, per qualcuno profeti. Ma tutti concordano su un giudizio: si tratta di due artisti della politica, e di maestri dello spettacolo. Dall’alto del loro due per cento, infatti, hanno condizionato la storia d’Italia. E poi, chi ha detto che la politica è noiosa? Con loro, il divertimento e la suspence sono sempre assicurati. Questa è l’incredibile storia della strana coppia Pannella&Bonino. E di tutti i radicali.
( Milano, gennaio 2001)

Questa è l'introduzione del libro «Pannella & Bonino Spa»
di Mauro Suttora, edito da Kaos


Sul partito radicale vedi anche:
Il partito-holding e la politica-marketing

 
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