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Pesci piccoli

Lady Abelli. Obelix Prosperini. Il misterioso Fabrizio Favata. La Tangentopoli silenziosa di Milano non coinvolge i pesci grossi che nuotavano nello stesso mare: quelli che stanno al vertice della Regione o addirittura dentro il governo, per ora, la fanno franca


La Tangentopoli strisciante di Milano è clamorosa, silenziosa e quasi invisibile. Per ora le diverse indagini in corso hanno beccato i pesci piccoli: personaggi come Rosanna Gariboldi, la moglie del parlamentare Pdl Giancarlo Abelli detto il Faraone; l'imprenditore Giuseppe Grossi e i suoi collaboratori; il pittoresco assessore regionale Pier Gianni Prosperini; un misterioso faccendiere di nome Fabrizio Favata... I pesci grossi che nuotavano nello stesso mare, invece, quelli che stanno al vertice della Regione o addirittura dentro il governo, per ora, la fanno franca.

Adesso Lady Abelli esce di scena (e di cella) grazie a un patteggiamento: s'accolla due anni di carcere (che non farà mai grazie alla condizionale) e consegna alla magistratura 1 milione e 124 mila euro. Non dovrà dunque più spiegare come mai gestiva, insieme al marito, il conto "Associati" (un nome, un programma) a Montecarlo, su cui sono entrati 2,3 milioni di euro, fondi neri versati dal re delle bonifiche Giuseppe Grossi, che ha poi generosamente lasciato una bella fetta (1,2 milioni) a disposizione dei coniugi Abelli. La signora Gariboldi si è giustificata: era un favore fatto all'amico Grossi. Tecnicamente: riciclaggio. Non corruzione: di un imprenditore (Grossi) nei confronti di un politico (Abelli) il cui favore è importante per riuscire a fare affari con la Regione presieduta dal suo amico Roberto Formigoni.

Ora nessuno può più pretendere di sapere come mai, con tanti professionisti a disposizione in decine di paradisi fiscali e societari, Grossi si facesse gestire un suo conto all'estero da una strana coppia: un deputato della Repubblica e sua moglie, assessore a Pavia. Per fortuna nella vicenda Grossi - beccato con 22 milioni di fondi neri riciclati all'estero - restano aperte almeno altre tre domande. La prima: come mai l'assessore lombardo all'ambiente, Massimo Ponzoni, stabilisce che per l'area Santa Giulia di Milano non occorre una vera (e più costosa) bonifica, ma basta un semplice "piano scavi", che fa risparmiare un mucchio di soldi al proprietario dell'area, l'immobiliarista Luigi Zunino? La seconda: come mai per l'area Sisas di Pioltello la regione di Formigoni stabilisce che Grossi, poverino, in cambio della bonifica acquisisce i diritti per fare da qualche parte un centro commerciale? La terza: perché Formigoni per quella stessa area decide uno stanziamento regionale di ulteriori 44 milioni a favore di Grossi?

Quanto alla vicenda di Prosperini detto Obelix, il pesce grosso, a dispetto del fisico, si chiama Ignazio La Russa. L'ineffabile Giovanni Stornaiuolo, "esperto in campagne elettorali" e uomo molto vicino all'allora coordinatore di An, il 23 gennaio 2008 dice a Prosperini di prepararsi, che sta per cadere Prodi e questa è la volta buona per Ignazio di diventare ministro. Prosperini gli chiede cosa deve fare e Stornaiuolo gli risponde "che il partito deve prendere tanti voti in Lombardia, grazie al suo apporto". Detto fatto. 200 gonfaloni, 20 striscioni, una valanga di manifesti: paga Prosperini. La Russa, poverino anche lui, non sapeva chi gli stava facendo la campagna elettorale? E non sapeva da dove Prosperini prendeva i soldi (denaro della Regione, cioè nostro)? Forse no. Ha saputo però essere molto duro quando ha difeso Prosperini dai biechi magistrati che, crudeli, lo hanno mandato in cella.

(Il Fatto quotidiano, 14 gennaio 2010)

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