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I cacciatori di teste di Letizia Moratti

Lo strano caso di Carmela Madaffari, manager pubblico cacciato dalla Asl di Locri, in Calabria (quella denunciata da Fortugno prima di essere ucciso). E arruolato a Milano dal sindaco che si vanta di essere manager

Saranno i giudici a decidere se il sindaco Letizia Moratti ha responsabilità penali nella storia dei consulenti e dei dirigenti del Comune di Milano arruolati nel quadro di uno spoil system quantomeno ruvido. Ma c’è un caso che, anche se non avesse alcun rilievo penale, è e resterà sconcertante: l’assunzione di Carmela Madaffari. Chi è? È una signora calabrese che non ha mai vissuto a Milano ma che è stata appositamente chiamata qui come responsabile della Direzione famiglia, scuola e politiche sociali del Comune. Retribuzione annua 217.130 euro.

Quali sono le capacità professionali che hanno reso la signora Madaffari indispensabile a Milano? La sua storia la raccontano in un libro (Milano da morire, Rizzoli) due giornalisti, Ferruccio Sansa, allora a Repubblica e ora al Secolo XIX, e Giuseppe Offeddu del Corriere. Mai smentiti. Scrivono che Madaffari è stata direttore generale di Asl, le aziende sanitarie locali, a Crotone, poi a Locri, infine a Lamezia Terme. Ed è stata cacciata due volte dai suoi incarichi per presunte irregolarità contabili e cattiva gestione. La prima, a Locri, perché aveva chiuso il bilancio 1998 della Asl con perdite per 22 miliardi e mezzo di lire, più un “fuori bilancio” di altri 31 miliardi. La spesa farmaceutica degli ultimi quattro mesi dell’anno era schizzata, sotto la sua direzione, a ben 12,3 miliardi di lire. “Portando la spesa media pro-capite a 263.133 lire, senza alcun riscontro con la media regionale e nazionale”, scrive l’assessorato regionale calabrese.

Nel 2005, viene cacciata anche dalla Asl di Lamezia Terme. Per “gravi inadempienze” e cattiva gestione, poiché aveva truccato i conti relativi al 2004. Tra l’altro, dai bilanci “risultano in servizio quattro primari, senza che vi siano le relative unità operative”: insomma, c’erano i primari, ma non i reparti. E i ricoveri ospedalieri erano stati gonfiati fino a superare, e di molto, la media regionale. 
Non basta. Carmela Madaffari è anche oggetto di una pesantissima interrogazione presentata alla Regione Calabria da Francesco Fortugno, il medico e politico calabrese poi ucciso dalla ’ndrangheta nel 2005, che prima di morire aveva denunciato gli sprechi e le infiltrazioni mafiose della Asl di Locri. Fortugno cita Carmela Madaffari come uno dei “quattro cosiddetti manager” dell’Asl di Locri che hanno spinto il progetto, “illegittimo e inutile”, di “un doppione del Pronto Soccorso-Astanteria denominato Medicina d’urgenza-Astanteria”: per dare un posto da primario a un potente medico locale con potentissimi sponsor alle spalle. Sulla vicenda è ancora aperta una complessa indagine giudiziaria.

E lei, la signora Madaffari? Cacciata dalle Asl, nel 2006 viene candidata al Senato dall’Udc. Non viene eletta. Niente male: Letizia Moratti la chiama a Milano. Ma come l’ha trovata, il sindaco che si vanta di essere manager? Chi sono i suoi cacciatori di teste?

La Repubblica, 3 dicembre 2007

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