Chi trova Formigoni trova un tesoro
Soldi a Piero Daccò. A Roberto Simone. Ad Alberto Perego. Dalla Fondazione Maugeri, dal San Raffaele, da Alenia, da Agusta... Per loro straordinarie professionalità? No, per la loro "vicinanza" a Roberto Formigoni. Che vola a Parigi a spese di Daccò
Mi chiamo Daccò e risolvo problemi. Più o meno così si esprimeva il superfaccendiere della sanità lombarda Pierangelo Daccò, per spiegare al suo fiduciario svizzero, Giancarlo Grenci, in che cosa consistesse il suo (ben remunerato) lavoro. Grenci, a sua volta, lo riferisce ai magistrati con queste parole: "Svolgeva un'attività di consulenza nel senso che risolveva problemi relativi a rimborsi e finanziamenti che gli enti per i quali lavorava facevano fatica ad ottenere dalla Regione Lombardia. Tale attività, più che su competenze specifiche, si fondava su relazioni personali e professionali che lo stesso Daccò aveva all'interno della Regione". Una relazione su tutte: quella diretta - e fortissima - con Roberto Formigoni, che ha anche ospitato sul suo yacht "Ad Maiora". E a cui ha pagato biglietti aerei per il valore di 8 mila euro.
Il presidente della Regione Lombardia non è indagato e dice: "Non ho preso un euro". Eppure è sempre il suo nome che affiora in tutte le vicende che incrociano soldi, affari e politica. L'ultima è l'inchiesta sulla Fondazione Maugeri, colosso privato della sanità e della riabilitazione, che ha portato in carcere Daccò e altre cinque persone, con l'accusa di aver fatto sparire all'estero 56 milioni di euro.
"Vicino a Formigoni in uno strettissimo rapporto personale" (è un'autodefinizione) anche Roberto Simone, ex assessore regionale lombardo, anch'egli arrestato per la vicenda Maugeri, con l'accusa di aver ricevuto una parte dei fondi sottratti. Insomma: i soldi spariti vanno a Daccò e Simone, entrambi appartenenti a Comunione e liberazione, non per loro particolari capacità professionali, capaci di attirare le ricche (e strane) "consulenze" che la Fondazione ha loro assegnato negli anni. No: a pesare è il loro rapporto con Formigoni.
Ancora più chiaro, se possibile, è il direttore amministrativo della Fondazione Maugeri, Costantino Passerino (anch'egli tra gli arrestati del 13 aprile): "Scegliere Daccò", per i gruppi privati che operano nel settore, era un passaggio obbligato, a causa della sua "risaputa influenza nell'assessorato alla Sanità", della sua "importanza in Comunione e liberazione" e dei suoi "rapporti con il presidente della Regione".
Lobbismo, spiega Daccò e ribadiscono i suoi avvocati, Giampiero Biancolella e Jacopo Antonelli. Niente di illegale. Ma evidentemente l'"influenza" di Daccò e Simone fa ottenere consistenti benefici ai "clienti" che li incaricano di "risolvere problemi", se è vero che la Fondazione Maugeri e il San Raffaele ottengono più di 80 milioni di euro, dei 176 che la Regione di Formigoni assegna negli ultimi tre anni alla sanità privata. Funziona, la strana coppia di amici di Formigoni: altrimenti, perché compensare i due "consulenti" con cifre così consistenti? Di quei soldi, si chiedono adesso gli investigatori, arriva qualcosa anche "a politici lombardi"?
A Formigoni qualcosa arriva, pagato con le carte di credito di Daccò, spiffera Grenci. E lo dimostra consegnando documenti da cui risultano due biglietti aerei a nome Roberto Formigoni e Alberto Perego, valore 8 mila euro, destinazione Parigi, per il capodanno 2009. Perego è un amico e collaboratore di Formigoni, come lui è membro dei Memores Domini (il "gruppo adulto" di Cl, in cui si entra facendo voto di povertà, obbedienza e castità).
Perego, che da Memores ha abitato nella stessa casa di Formigoni, era anche il titolare del conto "Paiolo" in Svizzera e il beneficiario dei soldi della Fondazione Memalfa in Lussemburgo. Su "Paiolo" e Memalfa sono arrivati negli anni scorsi (non si sa bene a che titolo) soldi provenienti da Finmeccanica, Alenia, Agusta, Cogep petroli. Per "consulenze" di Perego? O per interventi e intercessioni di Formigoni?
Le carte di credito di Daccò, racconta ora Grenci, hanno pagato viaggi anche al fratello del presidente, Carlo Formigoni, e a una donna a lui vicina, Anna Martelli: sempre destinazione Parigi, ma per il capodanno successivo, quello 2010.
Anche nell'inchiesta sul San Raffaele (un buco di oltre un miliardo e mezzo) ci sono tracce di viaggi aerei di Formigoni. Li racconta Stefania Galli, segretaria di Mario Cal, il braccio destro di don Verzè, suicida dopo lo scoppio dello scandalo: "Ricordo che una volta", detta a verbale, "mi fu chiesto dal dottor Cal di prenotare un volo per Saint Marteen a bordo del quale ci sarebbero stato Daccò e Formigoni".
Nel 2006 il presidente, in una lettera al fondatore del San Raffaele don Luigi Verzè, elenca tutti i favori che gli ha fatto: "Carissimo don Luigi... Dalla definizione della retta per l'anno 1994 fino alla transazione per il quinquennio 1995-1999 è stato un susseguirsi di tentativi di trovare soluzioni a problemi, ovviamente nel rispetto delle leggi. Non sono poche le soluzioni che sono state trovate, e molte altre se ne troveranno".
Il nome di Formigoni compare pure nelle carte giudiziarie dell'inchiesta su Franco Nicoli Cristiani, suo ex assessore all'Ambiente, arrestato il 30 novembre 2011 con l'accusa di aver intascato una tangente dall'imprenditore Pierluca Locatelli. Intercettato, Locatelli diceva a Nicoli: "Formiga mi ha autorizzato a parlarne con Alli". Chi è? È Paolo Alli, ciellino, fedelissimo di Formigoni, sottosegretario regionale con delega all'Expo.
Come se non bastasse, la procura di Milano indaga anche sulle firme per le liste elettorali, quelle del "listino" bloccato con cui Formigoni ha vinto nel 2010 ed è tornato ad essere per la quarta volta presidente: "618 sono false", sostengono i magistrati. Ma anche per questa indagine, che sta per giungere alla conclusione, Formigoni non è indagato. Lo è Clotilde Strada, responsabile Pdl della raccolta firme e assistente di Nicole Minetti. Il "Celeste", come lo chiamano quelli del suo Cerchio Magico, aspetta ancora che arrivino le scope dei rinnovatori (che ora anche dentro Cl hanno voglia di farsi sentire). Intanto resta immobile, in attesa degli eventi.
(Il Fatto quotidiano, 17 aprile 2012) |
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