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Poteri speciali per Lady Moratti
Il sindaco di Milano diventa il Bertolaso del nord

Letizia, il Bertolaso di Milano Letizia Moratti superstar. Il sindaco di Milano ha ottenuto dal governo poteri speciali per le opere pubbliche. S'avvia dunque a diventare il Bertolaso del Nord, nel senso che non dovrà più rendere conto a nessuno delle sue scelte per la città. Deciderà a sua discrezione, senza gara, gli appalti per strade e metrò, case e scuole. La notizia è passata assolutamente inosservata. Non se ne sono accorti neppure a Palazzo Marino, sede del Comune. Eppure l'ordinanza di Silvio Berlusconi, datata 19 gennaio 2010, è piuttosto chiara: il sindaco di Milano, già commissario straordinario per l'Expo, diventa supercommissario anche per le opere "normali", quelle previste dal piano triennale del Comune. In deroga a ogni norma. Da ora, basta controlli. Milano torna a essere un ducato, dove decide tutto Lady Letizia.

Che sia il premio di Berlusconi alla promessa fedeltà del sindaco Moratti che - dopo tante sconfitte, tante difficoltà a tenere insieme le diverse anime del centrodestra - ha messo da parte la sua voglia d'autonomia e ha chiesto la tessera del Pdl? Lo sospettano i due consiglieri regionali del Pd, Giuseppe Civati e Carlo Monguzzi, che ora lanciano l'allarme per la bertolasizzazione del sindaco di Milano. L'elenco delle regole che il sindaco-duchessa potrà non tenere più in considerazione è lunghissimo. Comprende norme sui lavori pubblici, sull'assegnazione di servizi e forniture, sulle procedure amministrative, sul decentramento amministrativo (saltando le competenze dei consigli di zona), sui beni culturali, sulle bonifiche, sulla valutazione d'impatto ambientale, sugli espropri, sui parcheggi, sui piani del traffico, sui trasporti...

In concreto, Letizia Moratti avrà mano libera sulle opere previste nel piano triennale 2009-2011: un lungo elenco che vale attorno ai 3 miliardi di euro e che comprende, tra l'altro, il prolungamento delle linee M1 e M3 della metropolitana milanese e la costruzione di alcune tratte delle linee M4 e M5. E poi interventi per la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico, per il recupero delle case popolari, per la viabilità, per il verde, l'arredo urbano, le piste ciclabili, l'illuminazione della città, la manutenzione delle fontane cittadine. E ancora: interventi per la cultura, come la ristrutturazione e il recupero di Palazzo Dugnani, di Palazzo Reale, del Piccolo Teatro di via Rovello, dell'area Ansaldo. E poi lavori per mettere in sicurezza palazzi, musei, biblioteche ed edifici culturali della città.

Il sindaco di Milano fin qui non ha certo brillato per i risultati ottenuti. Anzi: ha riempito l'amministrazione di superconsulenti di sua fiducia pagati a peso d'oro, tanto che la Corte dei conti ha decretato la presenza di un «danno erariale per colpa grave» e ha preteso un risarcimento di 263 mila euro. Ora l'ordinanza governativa del 19 gennaio mette poteri straordinari nelle mani di Letizia Moratti. Un solo uomo, anzi una sola donna, potrà decidere lavori per quasi 3 miliardi di euro. Naturalmente la giustificazione è la solita: i poteri straordinari servono per essere più rapidi ed efficaci, per non essere frenati dai lacci e lacciuoli delle regole (e della democrazia). Con Guido Bertolaso e la Protezione civile abbiamo visto com'è andata a finire.

(Il Fatto quotidiano, 17 febbraio 2010)

 

 

 

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