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Piccole bombe crescono
Una galassia nera dietro l'attentato al Manifesto.
E ora, anche l'ultradestra comincia la campagna elettorale.
Stringendo contatti con uomini della Lega, di An, di Forza
Italia...
Roma.
La bomba scoppiata il 22 dicembre 2000 davanti alla redazione
del Manifesto avrebbe dovuto restare oscura e impunita, come
tutte le bombe italiane. Invece, per l'imperizia del presunto
attentatore, è chiara la matrice, è chiaro
il contesto in cui quella bomba è potuta scoppiare.
Gli ambienti padri della violenza sono i gruppi dell'ultradestra
italiana, che hanno stretto una fitta rete di contatti internazionali.
A destra della destra, soprattutto tre formazioni si contendono
il mercato politico del neofascismo: il Movimento sociale-Fiamma
tricolore di Pino Rauti; il Fronte nazionale
di Adriano Tilgher; Forza nuova di Roberto Fiore.
Piccoli gruppi. Ma organizzati, ben dotati di soldi e di mezzi,
e niente affatto emarginati: dialogano fittamente con la destra
ufficiale, fanno campagna elettorale e trattano con i partiti
della Casa delle libertà.
Per due motivi l'ultradestra italiana è oggi insidiosa.
- Il primo è culturale: sono stati ormai spostati
i paletti della cultura politica, il revisionismo storico
impera perfino sulle pagine culturali del Corriere della sera,
l'antifascismo è messo in discussione quasi non fosse
l'orizzonte politico-culturale comune, entro cui è
nata l'Europa democratica del dopoguerra, ma una delle opzioni
politiche possibili, da confrontare alla pari con il suo opposto,
il fascismo (è come mettere sullo stesso piano mafia
e antimafia). Così i temi posti all'ordine del giorno
dall'ultradestra - oggi il razzismo e la fine dell'antifascismo,
domani l'antisemitismo - sono accettati e discussi tranquillamente
da una grande parte della società.
- Il secondo motivo è più concreto, elettorale:
molti collegi elettorali italiani sono marginali, cioè
in bilico tra i due schieramenti; basta un pugno di voti per
vincere. E l'ultradestra ha offerto questo pugno di voti allo
schieramento di Berlusconi.
I rapporti con la destra berlusconiana.
I rapporti dei gruppi fascisti, nazisti, razzisti e antisemiti
con la destra ufficiale sono molteplici. Forza nuova,
per esempio, ha raccolto le firme anti-immigrati insieme alla
Lega di Umberto Bossi. I voti di Forza nuova
sono stati determinanti per eleggere, al ballottaggio, Giustina
Destro sindaco di Padova. Roberto Fiore è stato
invitato a un dibattito insieme a Marcello Dell'Utri,
braccio destro di Silvio Berlusconi e fondatore di
Forza Italia, oltre che al Meeting di Comunione e liberazione
a Rimini, dove ha spiegato che l'aborto è un assassinio.
Ad accogliere Fiore e Morsello, fondatori di Forza nuova,
all'aeroporto di Fiumicino, quando nel 1999 sono tornati da
oltre dieci anni di latitanza (erano ricercati per costituzione
di banda armata), c'erano Francesco Storace, Enzo Fragalà
e Alberto Simeone di Alleanza Nazionale, Ernesto Caccavale
di Forza Italia e due avvocati (Carlo Taormina e Paolo
Giachini, già difensore di Erich Priebke).
Storace, pochi giorni dopon la bomba di Roma, ha difeso la
propria amicizia con Fiore, che ha le radici in una comune
militanza politica, in una incredibile intervista sul Corriere,
che non ha indignato, ormai, quasi nessuno.
Forza nuova si è già impegnata nelle scorse
elezioni amministrative. Maurizio Boccacci si è
candidato sindaco il 13 giugno 1999, a Frascati. Antonello
Torchia, ex consigliere provinciale di An a Napoli, si
è ripresentato sotto la nuova sigla nera di Forza nuova.
Il camerata Salvatore Lezzi, Masaniello dei
Disoccupati Uniti napoletani, è passato dai cassonetti
rovesciati in piazza alla lista per il Consiglio comunale.
A Padova un'alleanza con i fan dei Serenissimi, i crociati
del Tradizionalismo cattolico e i più
arrabbiati dei leghisti di Bossi ha dato quei 1500 voti determinanti
per eleggere, al ballottaggio, la sindaca Giustina
Destro. Alle elezioni europee gli uomini di Forza Nuova
si sono candidati nelle liste della Lega dAzione Meridionale
di Giancarlo Cito.
Da dove vengono.
Tutto cominciò nel dicembre 1996, con la profanazione
di alcune tombe ebraiche nel cimitero Flaminio. La Digos di
Roma aprì unindagine sugli ambienti di destra
e mise sotto controllo soprattutto le frange più estreme,
scoprendo lattività di organizzazioni neonaziste
e sorvegliando le scorribande dei gruppi skinhead. Non ha
trovato prove per incastrare i responsabili delle profanazioni
ma, al termine di quella che è stata chiamata Operazione
Thor, ha individuato una rete di gruppi con fitti collegamenti
internazionali, che hanno dovuto lasciare le svastiche e andare
a difendersi in tribunale.
«Con il mitra appeso alle spalle/la libertà sembra
più vicina/a 500 metri dalle stelle/già ci sembrava/Palestina,
Palestina», canta Massimo Morsello. «Una pattuglia
di circoncisi/aveva razzi e fucili alla moda/che ci
puntavano pericolosi/scrivendo fine sulla nostra strada».
Fascista, cattolico, latitante e cantautore politicamente
scorretto: così si autodefiniva Morsello, quarantenne
con alle spalle una storia di militanza in gruppi armati neofascisti,
una fuga in Libano nel 1981 dopo la strage di Bologna, e una
più che decennale latitanza a Londra, finita nellaprile
1999: gravemente ammalato, Morsello è rientrato a Roma
grazie alla legge Simeone. Ad attenderlo allaeroporto
ha trovato la pattuglia di parlamentari sopra descritta.
«Siete più forti voi, il vostro potere ci spaventa/come
un missile che non risparmia nessuno/noi alla vita gli calchiamo
la mano e ogni volta/che ci lascia insistiamo». Così
canta Morsello, con qualche incertezza grammaticale ma nessun
dubbio ideologico.
Continua - e non soltanto attraverso la musica - la sua militanza
a destra: oggi è il leader di Forza Nuova, che ha fondato
nel settembre 1997 insieme al camerata Roberto Fiore, 41 anni
compiuti il 15 aprile scorso, ex terrorista di Terza Posizione.
Fanno coppia fissa dal 1981, Fiore e Morsello: insieme sono
fuggiti a Beirut dove sono stati ospiti in campi della
Falange cristiano-maronita e, secondo uninchiesta
del quotidiano The Guardian, sono stati avvicinati da agenti
del Mi6, il servizio segreto britannico. Se
abbiano stretto rapporti di collaborazione con le barbe finte
di Sua Maestà non è dato sapere, certo è
che dal Libano sono volati a Londra, dove hanno impiantato
una florida attività economica, al riparo dal pericolo
che il Regno Unito concedesse allItalia la loro estradizione.
Limpresa che hanno fatto crescere si chiama Meeting
Point, offre viaggi internazionali a prezzi ragionevoli,
«accomodation», cioè ospitalità
in appartamenti, e anche lavoro temporaneo in Inghilterra.
Agenzie del gruppo sono presenti anche in alcune città
dItalia, sotto linsegna Easy London.
Reclutamento tra i giovani skinhead.
Una coppia di imprenditori di successo, Fiore e Morsello.
Ma anche di militanti duri e puri. Da Londra, secondo la Digos
romana, sono stati i registi di un gruppo neonazista, gli
Hammerskin, che ha organizzato lala più
politicizzata (in senso nazista) degli skinhead italiani.
Ora, tornati a Roma (anche Fiore è rientrato nell'aprile
1999 dalla latitanza, dopo che il tribunale del riesame ha
annullato il mandato di cattura che pendeva sulla sua testa),
si stanno dedicando al loro nuovo movimento, Forza Nuova,
nato dopo linchiesta sui naziski e poi subito gettata
nella campagna elettorale per le amministrative e le europee
del 13 giugno 1999.
Se Morsello è stato definito «il De Gregori nero»,
tuttaltra musica suonano i suoi ragazzi dalla testa
rasata. Una galassia di gruppi e gruppetti in jeans, anfibi,
maglietta e bretelle che pestano sulla batteria e torturano
le corde della chitarra fino a produrre quel ciclone energetico
di suoni e rumori chiamato musica Oi.
Nel processo di Roma contro i naziskin è stato portato
come prova d'accusa un video autoprodotto da un gruppo di
skin di Tivoli e sequestrato dalla Digos di Roma: vi
si vedono ragazzini salutare la telecamera a braccio teso
al grido di «White power!» o di «Heil
Hitler!»; e poi «pogare» (ballare con
grandi salti e vigorose spinte nel mucchio) al ritmo della
musica Oi suonata da un gruppo che ha alle spalle bandiere
naziste e stendardi skinhead. Ogni canzone ha una dedica:
«Ai Digos boia»; «A quelle merde di Israele»;
«Camerati, aprite di nuovo i vostri forni».
Musica dura e martellante anche quella degli Adl 122.
Un gruppo dal nome istruttivo: Adl sta per «Anti Decreto
Legge 122», cioè quel decreto proposto nel 1993
da Nicola Mancino (allora ministro dellInterno) e poi
trasformato in legge dello Stato, che recita: «è
vietata ogni organizzazione, associazione o gruppo avente
tra i propri scopi lincitamento alla discriminazione
o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».
In forza di questa legge, una pena severissima, da uno a sei
anni di reclusione, pende sul capo non soltanto di chi organizza
o partecipa a tali gruppi, ma anche di chi soltanto offre
loro «assistenza».
Sotto i colpi della Legge Mancino sono già caduti
Franco Freda e 38 esponenti del suo Fronte Nazionale:
le condanne che li hanno colpiti sono proprio in questi giorni
in discussione davanti alla Corte di Cassazione, che deciderà
se farle diventare definitive. «è una legge liberticida
e anticostituzionale, che condanna non per reati specifici
ma per opinioni», sostiene lavvocato Taormina,
difensore di Freda. «Ma intanto Germania, Regno Unito
e altri Paesi europei alle prese con violenze razziste ben
più gravi delle nostre ce la invidiano, la nostra Legge
Mancino», risponde a distanza un funzionario della Digos
romana. «Come ci invidiano il cosiddetto Daspo, il provvedimento
di polizia che in Italia permette di allontanare per un certo
periodo di tempo dagli stadi i tifosi violenti».
E tra gli ultrà delle curve nere.
Gli stadi, le curve occupate dagli ultrà, sono
per i gruppi naziskin il terreno di coltura, la riserva dove
i leader più politicizzati pescano i militanti a cui
offrire una teoria e una organizzazione. «Auschwitz
la vostra patria, i forni le vostre case»: al derby
Lazio-Roma del 1999 questa scritta campeggiava su uno striscione
gigantesco, con il consueto contorno di croci celtiche e slogan
neri. I leader dellultradestra romana hanno tentato
perfino di superare gli odi di squadra, dando vita a un gruppo,
Opposta Fazione, che vuole raccogliere insieme gli
ultrà neri della Roma e quelli della Lazio.
A Verona la tifoseria più estrema era organizzata dal
Veneto Front Skinhead, attorno a cui bazzicano personaggi
che si muovono al confine tra diversi gruppi: gli skin, i
cattolici tradizionalisti, i secessionisti veneti (ricordate
i Serenissimi?). A Milano esisteva un club-pub, Spazio
Libero, in cui skin e altri giovani di destra si ritrovavano
a bere birra, ascoltare musica, partecipare a dibattiti e
conferenze: un Leoncavallo di destra.
Ma dietro il folklore macabro dei naziskin da stadio, sostengono
gli investigatori, nel corso degli ultimi anni si è
organizzata una rete politica neonazista molto strutturata,
con regole precise e fitti collegamenti internazionali. Sotto
il simbolo di una coppia di martelli in marcia (da cui il
nome Hammerskin). In un indimenticabile videoclip dei Pink
Floyd (The Wall) squadroni di minacciosi martelli marciano
ordinati come falangi pronte a scatenarsi contro i pakistani.
Nella nuova iconografia della destra europea e americana,
diffusa attraverso una miriade di siti internet, i martelli
marciano contro ogni intruso etnicamente scorretto, contro
ogni extracomunitario inquinante la Nazione Bianca, contro
il mondialismo degli usurai (cioè banchieri)
ebrei internazionali.
Gli Hammerskin.
«Dobbiamo assicurare lesistenza del nostro Popolo
e un futuro per i nostri bambini bianchi», predica David
Lane, il profeta dei piccoli assassini di Littleton (15 studenti
assassininati, nel 1999, in una scuola americana). In Europa
lo seguono schiere ristrette daffezionati, una chiesa
sotterranea di fedeli alle sue «14 parole» e agli
«88 precetti». 14 e 88 sono i numeri che compaiono
spesso nella nuova iconografia nazi, cabala misterica per
iniziati e insieme necessità di nascondersi per sfuggire
a «leggi liberticide»: lottava lettera dellalfabero
è la H, così 88 significa anche HH, ossia «Hail
Hitler».
La prima «fazione» (gruppo) Hammerskin è
nata una decina di anni fa a Dallas, Texas. Poi il contagio
si è diffuso e la bandiera con i martelli in marcia
è stata piantata, oltre che negli Stati Uniti e in
Canada, in Olanda, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Irlanda,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Francia, Belgio, Italia... Se
gli skin sono (come dice il documento organizzativo europeo
degli Hammerskin stilato ad Amsterdam) «lélite
giovanile proletaria», gli Hammerskin si prefiggono
di essere «lélite dellélite»,
i migliori tra gli skinhead, scelti tra quelli che più
si distinguono per lorgoglio di essere skin, la fedeltà
ai valori, lamore per le tradizioni. Nuovi cavalieri
di un medioevo postmoderno, sempre pronti a combattere
per la Tradizione, crociati già schierati in difesa
dellEuropa bianca e del Sacro Sepolcro in cui riposano
Valori ormai ridotti a scheletro. Ogni «fazione»
deve essere composta da almeno sei membri ed è regolata
da una rigorosa disciplina e da una precisa gerarchia interna.
Ogni «fazione» elegge il suo vertice, cioè
gli «ufficiali»: il Portavoce, lUfficiale
di sicurezza, il Tesoriere, il Segretario, i quali dirigono
il gruppo e i suoi «meeting», che devono essere
settimanali o almeno mensili. Per diventare Hammerskin è
necessario seguire una lunga trafila: il candidato deve già
essere skinhead, deve essere presentato da un membro del gruppo
(lo «sponsor»), deve sottoporsi a unesame-intervista
da parte di tutta la «fazione», che al termine
lo allontana e vota; se allunanimità il gruppo
dice sì, allora il candidato diventa «prospect»
e inizia un periodo di prova di almeno dodici settimane in
cui deve dimostrare la sua fedeltà, il suo valore,
il suo coraggio, la sua disciplina, la sua obbedienza ai capi.
Al termine, unaltra votazione stabilisce se il «prospect»
è accettato nel gruppo; se sì, allora riceve
«i colori», ossia le toppe con i martelli in marcia:
da quel momento è un Hammerskin. In ogni Paese cè
una «fazione madre» (in Olanda, per esempio, è
quella di Amsterdam), che ha il potere di riconoscere e accettare,
cioè «dare i colori», alle altre «fazioni»
del Paese.
In Italia, la rete Hammerskin si era estesa da Cuneo a Varese,
da Verona a Vicenza, dal Lazio al Sud. La «fazione madre»
era a Milano, in contatto diretto con le «fazioni madri»
dellintera «Nazione Hammerskin» in Europa
e nel mondo. E-mail, siti internet, fax, telefoni cellulari
sempre accesi erano i canali della comunicazione Hammerskin,
che avviene anche attraverso periodici party e concerti, nazionali
o europei, e attraverso gli «Eom» («European
Officers Meeting»), cioè incontri degli «ufficiali»
inviati da tutto il continente. Allultimo, avvenuto
a Londra nel marzo 1999, hanno partecipato 35 capi hammerskin,
tra cui un italiano.
I neri in Italia.
Se allestero, in particolar modo in Germania, gli skin
sono accusati di numerose azioni violente, fino allomicidio
di intere famiglie dimmigrati bruciati nei roghi
delle loro case, in Italia le teste rasate non sono andate
oltre qualche rissa, qualche scontro con la polizia, qualche
assalto a gruppi dei centri sociali «rossi», oltre
a molte violenze negli stadi. Un paio di morti, però,
ci sono stati: un extracomunitario picchiato, inseguito e
lasciato affogare nel Po a Torino; e un cittadino del
Bangladesh ucciso nel 1996 a Frascati.
Una raffica dinchieste giudiziarie, condotte con il
grimaldello della temibile Legge Mancino, hanno mandato sotto
processo decine e decine di skin (a Milano quelli di Azione
Skinhead, a Verona quelli del Veneto Front e oggi, infine,
a Roma gli Hammerskin...). Così oggi gli «skin
délite», le teste rasate con i martelli
in marcia, sono almeno apparentemente scomparsi. Certamente
hanno cambiato tattica alcuni dei leader che avevano lavorato
in quellambiente, cercando dimporre teoria e organizzazione.
Roberto Fiore - imputato a Roma nel processo contro
gli skinhead, con laccusa di aver fornito da Londra
consistenti «aiuti» agli Hammerskin - ha fondato
il suo nuovo partito, Forza Nuova. Maurizio Boccacci
- già leader del Movimento Politico, in cui molti skin
militavano - è stato candidato sindaco a Frascati,
nelle liste di Forza Nuova. Duilio Canu - ex responsabile
della «fazione madre» italiana degli Hammerskin,
quella di Milano, e ufficiale di collegamento con le altre
«fazioni» della «Nazione Hammerskin»
- è oggi il dirigente milanese di Forza Nuova. Alessandro
Ambrosino - anchegli ex Hammerskin, poi leader della
protesta degli agricoltori contro le quote latte - ora è
un dirigente di Forza Nuova, impegnato nella campagna per
laffermazione del marchio Compraitaliano.
Come è nata Forza nuova.
Più in generale, in Forza Nuova si sono riversate molte
delle teste rasate, quelle più politicizzate: lélite
dellélite dellélite. Ma certo è
comunque interessante la storia della nascita del partito
più a destra dello schieramento italiano, più
a destra di Alleanza Nazionale, accusata di avere tradito
gli ideali del fascismo, più a destra del Movimento
Sociale-Fiamma Tricolore di Pino Rauti, accusato di essere
diventato fiacco e troppo elettoralistico. Fiore e Morsello,
dalla loro latitanza londinese, esercitavano una forte influenza
su una serie di circoli di destra e sui militanti della Fiamma,
specialmente i giovani.
Controllavano di fatto, attraverso militanti a loro collegati,
il mensile Foglio di lotta, distribuito nelle file
rautiane. Nel 1997 i conflitti interni diventano insostenibili:
Rauti proibisce la distribuzione nelle sezioni della Fiamma
di Foglio di lotta e richiama i camerati alla disciplina.
Invano: interi gruppi si preparano alla scissione.
Fiore e Morsello, da Londra, indicano la data - il 29 settembre,
San Michele Arcangelo, protettore della Guardia di Ferro di
Codreanu - in cui, gettate alle ortiche le vecchie prudenze
rautiane, nascerà finalmente una Forza Nuova.
Nasce il Fronte nazionale.
Negli stessi mesi, intanto, un gruppo di giornalisti di estrema
destra riuniti attorno al giornale Uomo libero -
Mario Consoli, Piero Sella, Sergio Gozzoli - forte di
un rapporto politico diretto con il leader del Front National
francese Jean Marie Le Pen, stava tentando di costituire lomologo
italiano, il Fronte Nazionale (niente a che vedere
con lomonimo movimento di Freda, almeno ufficialmente
sciolto). Poi le cronache dallinterno, non si sa quanto
attendibili, riferiscono di assemblee tumultuose, di confronti
duri, addirittura di scontri fisici: Adriano Tilgher,
braccio destro di Stefano Delle Chiaie, cala con i
suoi nelle riunioni dove sta per essere varato il Fronte,
si impossessa rapidamente del movimento nascente e gli fa
prendere vita il 28 settembre, il giorno prima dellannunciato
avvio di Forza Nuova.
Tilgher, 52 anni, già arrestato con laccusa di
aver organizzato la strage sul treno Italicus, con Delle Chiaie
(a sua volta indagato per la strage di Piazza Fontana e poi
assolto) ha condiviso non soltanto il passato ormai remoto
della strategia della tensione, ma anche il passato prossimo
e non ancora spiegato di strani movimenti - la Lega delle
Leghe (poi diventata Lega Nazional-popolare e infine Alternativa
Nazional-popolare) - oggi sotto osservazione per individuare
il ruolo che eventualmente ha giocato nel biennio 1992-93,
nella stagione delle stragi di mafia e non solo. Così
oggi a destra di Alleanza Nazionale si muovono ben tre partiti:
la Fiamma di Rauti, il Fronte Nazionale di Tilgher, Forza
Nuova di Fiore.
Duilio Canu, ex «ufficiale» Hammerskin e oggi
leader di Forza Nuova, traccia a suo modo i confini nei confronti
dei concorrenti neri: «Il nostro partito non vuole più
avere a che fare con i cinquantenni coinvolti nelle faccende
degli anni Settanta, i personaggi dellambiguità»:
per via dei rapporti con gli apparati dello Stato stretti,
secondo una convinzione ormai diffusa negli ambienti di destra
(e confermata dalle ultime indagini giudiziarie), da uomini
come Rauti e Delle Chiaie. «Rauti, per esempio, ha sempre
avuto rapporti con il Sistema», attacca Canu, «e
nessuno mi leva dalla testa che anche lindagine poliziesca
contro gli Hammerskin nasca da lì».
Forza nuova: no dialogo con l'ultrasinistra.
Forza Nuova, inoltre, «non accetta nemmeno i tentativi
di dialogo con lestrema sinistra anticapitalista
e antiamericana messi in atto dal Fronte Nazionale,
non ci piacciono le sue aperture verso lIslam in funzione
antimondialista e antisionista: siamo anticapitalisti, siamo
antiamericani, siamo antisionisti e antimondialisti, ma comunismo
e Islam sono pericoli mortali per lEuropa, culla
della civiltà».
Camicia nera, capelli ancora rasati come ai tempi degli skin,
telefonino sempre pronto per comunicare con i camerati, Canu
è già stato condannato a 13 mesi in appello
a Milano per la partecipazione ad Azione Skinhead, è
imputato nel processo in corso a Verona per il Veneto Front
ed è stato rinviato a giudizio a Roma per gli Hammerskin.
«Le nostre cellule», spiega Canu, «si chiamano
Cuib, come i gruppi della Guardia di Ferro di Codreanu.
Il fascismo? Non lo si può negare, ha fatto
grandi cose, ma oggi non possiamo dirci fascisti, perché
la parola è stata criminalizzata. Alleanza Nazionale?
Ottimi rapporti con la base e con alcuni esponenti della
destra sociale, ma pessimi con Gianfranco Fini, specialmente
dopo il suo viaggio ad Auschwitz. Gli ebrei? Non dico
niente, sono così potenti che non se ne può
neppure parlare».
Il regolamento del militante.
Il «Regolamento militante» della sezione romana
«Salita del Grillo» di Forza Nuova detta le regole
da seguire:
«Il leggionario» (testuale: con due g)
deve «diffidare dellattuale magma islamico
il quale figlio caotico del cancro sionista offende
la dignità lo spirito e la storia europea. La fede
ci unisce e nel tradizionalismo cattolico troviamo i cardini
della Nazione Europea: Dio, Patria, Famiglia!».
La donna: «Per noi rappresenta molto, è
la madre dei nostri figli quindi deve essere rispettata in
quanto tale. Il suo apporto nella Legione è quello
di ausiliaria, ci curerà nel momento del bisogno, ci
donerà amore e combatterà al nostro fianco per
le cause della nostra stirpe. Noi dobbiamo garantire sicurezza
alle nostre donne, ci saranno momenti in qui» (testuale)
«loro dovranno aspettarci a casa. Lausiliaria
deve prendere coscienza del suo ruolo e non essere dispiaciuta
di ciò che non gli compete» (testuale) «ma
deve andare fiera di quello che per noi rappresenta: fede,
amore, dolcezza».
Il combattimento: «La nostra razza ha sempre
combattuto anche sapendo di poter perdere. Con tali esempi
di dedizione alla Causa, come si può fallire? Oggi
cosa potrebbe essere una denuncia, un mese di galera o uno
scontro con i nemici, quando si moriva sui campi di battaglia
per difendere la bandiera fino a pochi anni fa si moriva per
poter essere liberi fascisti, europei, e oggi davanti a questi
tribunali comunisti si dovrebbe fermare il rappresentare una
stirpe di guerrieri? La risposta è no! I nostri
martiri ci consegnano la loro spada ancora bagnata nel sangue
dei nemici in dono».
La tessera di Forza nuova.
Meno sgrammaticati gli otto punti indicati sulla tessera di
iscritto a Forza Nuova:
1. Lotta allaborto (considerato un assassinio
di Stato) ;
2. Impegno per la famiglia e la «crescita demografica
per la Rinascita Nazionale»;
3. Blocco immediato dellimmigrazione e «umano
rimpatrio» degli immigrati;
4. Lotta «alla massoneria e a tutte le sette
segrete» (che ieri hanno distrutto lImpero per
dar vita alle Nazioni e oggi stanno distruggendo le Nazioni
per far trionfare il mondialismo);
5. Lotta all«usura» (ma dove si dice
usura si intende banche e finanza, specialmente ebraica);
6. Ripristino del Concordato con la Chiesa del 1929;
7. Abrogazione della Legge Scelba (sulla ricostituzione del
Partito Fascista) e della Legge Mancino;
8. Formazione di Corporazioni «per la difesa
dei Lavoratori e della Comunità Nazionale».
Le manifestazioni.
Per cominciare a realizzare il suo programma, Forza Nuova
ha promosso manifestazioni antiabortiste (come quella
davanti alla clinica Mangiagalli di Milano). ha raccolto le
firme per il referendum anti-immigrati della Lega di Bossi,
con cui è in collegamento attraverso la mediazione
del deputato leghista (ed ex fascista) Mario Borghezio:
«A Roma e al Sud loro non sono presenti, le firme le
abbiamo raccolte solo noi», dice Canu.
Ma il partito è attivo anche sul fronte delle iniziative
antiamericane, con manifestazioni e volantinaggi contro
gli hamburger McDonalds e il cinema a stelle
e strisce di Blockbuster e lamerican lifestyle
di Planet Hollywood.
Dopo lattacco militare alla Serbia di Milosevic, ha
affisso manifesti che urlano «Smantellare la Nato,
armare lEuropa» e organizzato iniziative come
l«assalto» alla base di Aviano, guidato
dal camerata padovano Paolo Caradossidis.
Su Foglio di lotta si possono leggere parole come queste:
«Croazia e Slovenia a costo di guerre e di sangue sono
riuscite a conquistare il loro status di nazioni indipendenti
ed etnicamente uniformi. In Bosnia ciò
è stato impossibile a causa dellintervento americano.
Il Kosovo è storicamente, miticamente e sacralmente
terra serba, per lo stesso diritto e con la stessa forza per
cui Roma sarà sempre terra italiana, le Termopili terra
greca, Gerusalemme terra Cristiana».(gb)
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