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La mafia ringrazia
The Economist, 4 marzo 2004: Bernardo
Provenzano, boss dei boss di Cosa nostra, pubblica il suo annual
report. Ecco la traduzione italiana, seguita dal testo originale
BAGHERIA, Sicilia occidentale.
Come il Boss dei Boss potrebbe stilare un rapporto sul revival
della mafia
Signore e Signori,
ho il piacere di dar conto di un altro anno di progressi della
vostra -
cioe' nostra - societa'. Punti salienti sono stati il mio ottantesimo
compleanno,
il quarantesimo anniversario della mia decisione di rendermi
latitante e
il decimo anniversario dell'arresto del mio predecessore, Salvatore
O'Curto Riina.
E' un buon momemto per volgersi a considerare gli sviluppi a
partire dal
suo "pre-pensionamento". Alcuni sostengono che O'Curto
si sia sopravvalutato
nella sua lotta contro la Stato italiano, assassinando magistrati
e seminando
bombe sul continente. Essi dicono che, se solo le autorita'
avessero beccato
O'Curto un po' prima, noi ci saremmo risparmiati un mucchio
di fastidi.
Ma io dico: "Errare e umano; perdonare e' divino".
I capisaldi della nostra politica dopo l'arresto di O'Curto
sono stati:
un profilo piu' basso nei confronti dei media e una rinnovata
attenzione
nei confronti del core-business. Cio' in cui noi eccelliamo
e' vendere assicurazioni (da
noi stessi). Io presi la decisione di abbassare i premi per
aumentare la
nostra quota di mercato. Dieci anni dopo, la domanda per le
nostre "offerte
non rifiutabili", presentate con discrezione, ma in modo
persuasivo, non e' mai stata cosi' forte. Lo stesso si puo'
dire per le
nostre consulenze nel settore dei lavori pubblici, che si sono
sforzate
di ottenere una completa integrazione verticale, incassando
profitti ad
ogni livello. Abbiamo ridotto le attivita' all'estero, ma i
profitti risultanti
dalle vendite di droga e armi hanno tenuto bene.
E' nella natura del nostro business che vi sia una rivalita'
forte, vorrei
direi omicida, fra le filiali locali. Mi sono dato come priorita'
il ridurre
al minimo le dispute inutili. I risultati si possono vedere
in un profilo
mediatico che ben potrebbe adattarsi a quello di un produttore
di accessori
per l'idraulica. Nel 2003 La Stampa ha usato l'espressione Cosa
Nostra 139
volte. Dieci anni fa la cifra era superiore di cinque volte.
Lo scopo della mia "strategia di immersione" era in
primo luogo quello di
cullare i nostri avversari in un falso senso di sicurezza, migliorando
cosi'
l'ambiente del business in funzione di una nostra futura crescita.
Come prova del nostro successo, faccio notare che la Commissione
Antimafia
del Parlamento Italiano non ha compiuto visite a Palermo negli
ultimi tre
anni.
Il governo di Silvio Berlusconi, il cui partito, Forza Italia,
ha vinto
nel 2001 in tutti i 61 seggi siciliani, non ha purtroppo soddisfatto
tutte
le grandi speranze che in esso avevamo riposto. Non ha abolito
il severo
regime di "vacanza involontaria" cui sono sottoposti
tanti dei nostri dipendenti.
Tuttavia il Presidente del Consiglio, che ha di suo alcuni problemi
con
la legge, ha apportato delle modifiche che ci favoriscono.
I nostri dipartimenti addetti alla tesoreria e alle acquisizioni
segnalano
che e' molto piu' facile riciclare i profitti e mettere in piedi
societa'
fantasma ora che il Governo ha depenalizzato il reato di falso
in bilancio.
E l'atteggiamento ostile del Presidente Berlusconi ha aiutato
a indebolire
la magistratura, e cio' anche nell'opinione di quei nostri dipendenti
che
potrebbero essere tentati dall'idea di tradire i nostri segreti.
Nel futuro dovremo confrontarci con nuove sfide. Il primo obbiettivo
sara'
quello di trovare il modo di sfruttare i contratti finanziati
dall'Unione
Europea, che contengono clausole volte ad evitare un nostro
coinvolgimento.
Un altro problema che dovremo imporci di risolvere e' quello
connesso al
nostro eccesso di dipendenza nei confronti della 'ndrangheta
calabrese nella
vendita all'ingrosso della cocaina. Ma la sfida piu' importante
e' quella
che ci vede impegnati a mantenere alta la reputazione del nostro
marchio.
Quasi tutti sanno che la Mafia siciliana e' la vera, autentica
Mafia. Ma
il basso profilo adottato potrebbe cullare potenziali clienti
nell'illusione
dell'inoffensivita'.
E questa illusione potrebbe rivelarsi realistica se il nostro
staff perdesse
l'abitudine all'assassinio e alla tortura. Il Consiglio di Amministrazione
e' al lavoro per trovare una soluzione a questo problema. Nel
frattempo
robusto cashflow, scarsa pubblicita' e crescente apatia, tutto
ci induce
a sperare in un prospero futuro. Come negli anni passati, non
faremo donazioni ad istituzioni benefiche.
Bernardo Provenzano
Boss dei Boss
THE ECONOMIST/print edition
Italy's Mafia
A capo's annual report
Mar 4th 2004 | BAGHERIA, WESTERN SICILY
How the Boss of Bosses might report the Mafia's revival
Signore, signori
I am pleased to report another year of progress for your - that
is, our - corporation.
Significant milestones included my 80th birthday, the 40th anniversary
of
my decision to go on the run and the tenth anniversary of the
arrest of
my predecessor, Salvatore Shorty Riina. It is a good
moment to look back
at developments since his early retirement. Some people
say that Shorty
overreached himself in taking on the Italian state, killing
judges and bombing
the mainland. They say, if only the authorities had caught up
with Shorty
earlier, we'd have been saved a lot of trouble. But I say: To
err is human;
to forgive, divine.
The pillars of our policy since Shorty's arrest have been a
lower media
profile and renewed concentration on core businesses. What we
do best is
to sell insurance (from ourselves). I decided to lower premiums
to raise
market share. Ten years on, demand for our discreetly, if persuasively,
marketed unrefusable offers has never been stronger.
The same can be said
of our public-works consultancy, which has striven to achieve
full vertical
integration, taking profits at every level. We have curbed foreign
activities,
but profits from sales of drugs and arms have held up well.
It is in the nature of our business that there is vigorous
indeed homicidal rivalry
between local offices. I made it a priority to minimise needless
disputes.
The results can be seen in a media profile that would suit a
plumbing-accessories
manufacturer. In 2003 La Stampa used the words Cosa Nostra 139
times. Ten
years earlier, the figure was five times as high. The aim of
my strategy
of submersion was chiefly to lull our opponents into a false
sense of security,
so improving the business environment for our future growth.
As evidence
of our success, I note that the Italian parliament's anti-Mafia
commission
has not visited Palermo in the past three years.
The government of Silvio Berlusconi, whose Forza Italia party
won all 61
seats in Sicily in 2001, has not, regrettably, fulfilled all
the high hopes
we had for it. It has not repealed the strict involuntary
vacation regime
for many of our employees. However, the prime minister, who
has problems
of his own with the law, has made certain changes that benefit
us. Our treasury
and acquisitions departments report that it is far easier to
launder profits
and set up bogus corporate vehicles now that the government
has decriminalised
false accounting. And Mr Berlusconi's hostile attitude has helped
to undermine
the judiciary, not least among any of our employees who might
be tempted
to betray our secrets.
Going forward, we face challenges. One is to find a way to profit
from EU-funded
contracts that have conditions attached seeking to block our
involvement.
Another is our excessive dependence on the Calabrian 'Ndrangheta
for wholesale
cocaine supplies. But the biggest test of all is to maintain
our brand's
reputation. Most people know that Sicily's Mafia is the real
Mafia. But
our low profile could yet lull potential customers into thinking
we are
harmless. If the staff lose the habit of murdering and torturing,
they might
even be proved right. Your board is working on solutions to
this problem.
Meanwhile, healthy cashflow, negligible publicity and rising
apathy all
give hope of a prosperous future.
As in previous years, we shall not be making donations to charity.
Bernardo Provenzano
Boss of Bosses
Ecco i primi frutti
The Economist (10 agosto 2001) interviene sulle leggi
su misura che Silvio Berlusconi ha cominciato a far approvare
in Italia. Delle nuove norme sul falso in bilancio, scrive
The Economist, «si vergognerebbero persino
gli elettori di una Repubblica delle Banane». Ecco il
testo originale e la traduzione italiana
The fruits of office
Has Italy's prime minister found a legislative fix for his
judicial problems?
DAYS before Italy's general election, Gianni
Agnelli, the octogenarian honorary chairman of Fiat,
the country's biggest industrial group, scolded the foreign
press for "passing judgment on a potential prime minister,
treating our voters as if they were the electorate of a banana
republic". On May 13th that potential prime minister, Silvio
Berlusconi, won a handsome victory. Last week the lower
house of Italy's parliament, where Mr Berlusconi's coalition
enjoys a majority of over 100, passed a bill, one of the new
government's first, that deals with the crime of false accounting.
The bill would shame even the voters of a banana republic.
If it is approved in September without amendment by the upper
house, the Senate, where Mr Berlusconi's coalition has a smaller
majority, and is then signed by Carlo
Azeglio Ciampi, Italy's president, the bill will become
law. In that event, the verdict in two of the three criminal
trials in which Mr Berlusconi is currently a defendant would
be irrelevant.
Whether innocent, as he maintains he is, or guilty of the
alleged offences, Mr Berlusconi, who is Italy's richest man,
would be cleared. How come? Reform of Italy's false-accounting
laws has been discussed for some time. The magistrates who
launched the MANI PULITE (clean hands) investigations into
corruption in 1992 have used the current legislation to prosecute
a string of businessmen, including Mr Berlusconi. The previous
government introduced a modest bill to reform the false-accounting
laws, but parliament did not find time to enact it before
the election. Mr Berlusconi's government has now presented
this bill again-but with crucial amendments. One of these
means that the bill now, in effect, decriminalises most offences
of false accounting in private companies. This is because
prosecutors will not be able to bring charges except in response
to a complaint from a party-a shareholder, say, or a creditor-who
is able to show damage as a result of the alleged fraud. Second,
prison sentences, currently up to five years, are greatly
reduced. Third, as a direct result of this reduction, the
statute of limitations comes into effect much earlier.
At present, a defendant can be convicted of an offence of
false accounting for up to 15 years after the offence was
committed. Under the bill, this period is cut to a maximum
of seven years and six months. Two parliamentary committees
drafted and passed the new bill. One of these was the judicial-affairs
committee, which is chaired by Gaetano
Pecorella, a member of parliament for Forza Italia,
Mr Berlusconi's party, who is a practising criminal lawyer.
Mr Pecorella backed the crucial amendments, which were introduced
at the committee stage. He is also, astonishingly, currently
defending Mr Berlusconi against charges, which Mr Berlusconi
denies, that he bribed judges. So is Niccolo
Ghedini, another Forza Italia deputy who is a practising
criminal lawyer sitting on the same parliamentary committee.
The two criminal trials in which Italy's prime minister is
currently a defendant on charges of false accounting involve
private companies that he owns. The first relates to alleged
irregularities in the purchase of a footballer by AC Milan,
a football club he owns, and the second to alleged falsification
of the accounts of Fininvest, his main holding company. He
also faces further possible charges of falsification of the
consolidated accounts of Fininvest. All these alleged offences
of false accounting relate to 1993 or before. So, under the
new bill, if enacted, they would be covered by the redefined
statute of limitations. Under Italy's penal code, this extinguishes
the crime.
In a separate legislative step last week, the Senate approved
an accord that would establish guidelines for judicial co-operation
between Italy and Switzerland. The accord had been bogged
down in parliament for the past three years. Under it, evidence
obtained by Italian magistrates from their Swiss counterparts
may be challenged in Italian courts if it has not been obtained
in accordance with procedural rules that apply in international
treaties. The accord is subject to ratification by the lower
house later this year. In Mr Berlusconi's current trial for
corrupting judges, the alleged trail of money from Mr Berlusconi
via intermediaries to the judges relies heavily on evidence
obtained from bank accounts in Switzerland. If the accord
is ratified, and if Mr Pecorella and Mr Ghedini are able to
find procedural defects in the way evidence was gathered in
Switzerland, Mr Berlusconi may be off the hook on these charges
as well. This autumn, the parliament may also debate a governmental
plan to resolve Mr Berlusconi's conflicts of interest. Under
it, as proposed (but rejected by the opposition), the speakers
of the two houses would name a three-person watchdog to point
out legislation that might lead to such conflicts, for him
or other ministers. Mr Berlusconi failed in an attempt during
his first spell as prime minister in 1994 to pass a law, known
to its foes as the DECRETO SALVA LADRI (save-the-thieves law),
that would have let off people under investigation by the
MANI PULITE. This time, the proposed false-accounting legislation
is much more likely to become law. Bananas?
See related content at http://www.economist.com/email/confirm.cfm
La
traduzione in italiano
(a cura di o.r.)
Qualche giorno prima
delle elezioni politiche italiane, Gianni Agnelli,
l'ottantenne presidente onorario della Fiat, il piu' grande
gruppo industriale del paese, riprese la stampa estera: «Danno
giudizi negativi su un potenziale futuro Presidente del Consiglio,
trattando i nostri elettori come se fossero l'elettorato di
una Repubblica delle Banane». Nel giorno 13 maggio quel
potenziale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, vinse
le elezioni con un largo margine. La scorsa settimana la camera
dei deputati italiana, dove La coalizione di Berlusconi gode
di una maggioranza di oltre 100 seggi, ha approvato un disegno
di legge, uno dei primi del nuovo governo, che tratta il reato
di falso in bilancio.
Il disegno di legge farebbe vergognare anche gli elettori
di una Repubblica delle Banane. Se, a settembre, dovesse essere
approvato senza emendamenti dal Senato, dove la coalizione
di Berlusconi ha una maggioranza minore, e firmato da Carlo
Azelio Ciampi, il Presidente della Repubblica Italiana, il
disegno diventerebbe legge dello Stato. In questa eventualita,
il verdetto di due dei tre processi in cui Berlusconi è
imputato sarebbe irrilevante. Sia che venga riconosciuto innocente,
come lui si dichiara, sia colpevole, come l'accusa sostiene,
il signor Berlusconi, che è l'uomo piu' ricco d'Italia,
sarebbe scagionato. Come puo essere?
La riforma della legge sul reato di falso in bilancio
è in discussione da tempo. I magistrati che iniziarono
le indagini, di Mani Pulite, nel 1992 hanno usato la corrente
legislazione per perseguire una quantità di uomini
di affari, incluso Berlusconi. Il precedente governo fece
un piccolo disegno di legge per riformare la legge sul reato
di falso in bilancio, ma il parlamento non trovò il
tempo per approvarlo prima delle elezioni. Il governo del
signor Berlusconi ha ripresentato adesso questo disegno di
legge, ma con emendamenti che lo stravolgono. Uno di questi
emendamenti al disegno di legge, in effetti, depenalizza la
maggior parte dei reati di falso in bilancio delle società
private. Questo perchè gli inquisitori/investigatori
non potranno emettere accuse se non dietro richiesta dei soci/azionisti
oppure dei creditori, che dovranno però dimostrare
il danno subito dalla presunta truffa.
Secondo: le sentenze di detenzione, al momento fino
a cinque anni, saranno ridotte di molto. Terzo: come diretto
risultato di questa riduzione di pena, la prescrizione cade
molto prima. Al momento, un imputato può essere condannato
per falso in bilancio fino a 15 anni dal momento che il reato
fu commesso. Con la nuova proposta, questo periodo è
stato ridotto ad un massimo di sette anni e sei mesi.
Due sono le Commissioni parlamentari impegnate a proporre
questo disegno di legge. Una e' la Commissione Giustizia,
presieduta da Gaetano Pecorella, un parlamentare di Forza
Italia, il partito di Berlusconi, che è un avvocato
penale. Il signor Pecorella ha spinto per gli emmendamenti
cruciali che sono stati introdotti dalla commissione. Pecorella
, incredibilmente, sta anche al momento difendendo Berlusconi
contro l'accusa, che Berlusconi respinge, di avere corrotto
dei giudici. Anche Niccolò Ghedini, un altro parlamente
di Forza Italia che è un avvocato penalista, siede
nella stessa commissione parlamentare. I due processi penali
in cui Berlusconi è imputato con l'accusa di falso
in bilancio coinvolgono società che egli possiede.
Il primo è relativo a presunte irregolarità
nell'acquisto di un calciatore da parte del Milan FC, la società
calcistica di cui è proprietario, il secondo per avere
falsificato I bilanci della Fininvest, la sua principale società.
Il signor Berlusconi sta andando anche incontro ad
altre ulteriori accuse per falsificazione dei bilanci consolidati
Fininvest. Tutti i tre possibili reati di falso in bilancio
sono relativi al 1993 o prima. Per cui, con la nuova proposta,
a termini di legge, questi reati sarebbero coperti dal nuovo
statuto di limitazioni. Secondo il codice italiano, ciò
estingue il reato.
In separata sede legislativa, la scorsa settimana,
il Senato ha approvato un accordo per stabilire una linea
guida per la cooperazione giuridica tra Italia e Svizzera.
L'accordo è stato insabbiato in Parlamento durante
gli ultimi tre anni. Secondo questo accordo, le prove ottenute
da magistrati italiani dai loro colleghi svizzeri, possono
essere contestate in un tribunale italiano, se non ottenute
secondo le regole procedurali che si applicano con i trattati
internazionali. L'accordo è soggetto ad essere ratificato
dalla Camera dei deputati. Il processo contro il signor Berlusconi,
con l'accusa di corruzione di giudici per mezzo di terze persone,
si basa decisamente sulle prove ottenute da conti bancari
svizzeri. Se l'accordo verrà ratificato, e se gli avvocati
Pecorella e Ghedini saranno capaci di trovare dei "vizi
procedurali" per come le prove sono state ottenute, il
signor Berlusconi potrà essere prosciolto anche da
queste accuse.
Nel prossimo autunno, in parlamento, potrebbe esserci
anche il dibattito sul piano del governo per risolvere il
"conflitto di interessi". Secondo questo piano,
bocciato dall'opposizione, i rappresentanti delle due camere
dovrebbero nominare tre "saggi", i quali dovranno
trovare la soluzione legislative al conflitto di Berlusconi
e di alcuni ministri. Il signor Berlusconi non riuscì
a fare passare, durante il suo primo governo nel 1994 la famosa
legge chiamata "decreto salva ladri", che avrebbe
liberato dalle accuse molti di coloro che sono stati indagati
dai magistrati di Mani Pulite. Questa volta, la proposta riforma
della legge sul falso in bilancio, ha molte possibilità
di diventare legge dello Stato. Banane?
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