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«Non
perdiamoci di vista»
L'intervento
di Nanni Moretti
alla Festa di protesta
a Roma, il 14 settembre 2002
Non perdiamoci di vista. Ora che ci siamo ritrovati rimaniamo
in contatto. Noi cittadini possiamo fare politica, possiamo
farla con piacere e possiamo farla ognuno con le proprie
idee ma rimanendo uniti, noi oggi qui siamo uniti. Il 31
luglio eravamo davanti al Senato, la nostra manifestazione,
questa manifestazione, nasce da quelle giornate, quando
secondo il governo la legge Cirami sembrava esser diventata
la cosa più urgente per il bene del Paese. Lì quel giorno,
sotto il Senato, per la prima volta s'alternarono a parlare
senatrici e senatori dell'opposizione e rappresentanti dei
movimenti. I parlamentari stavano finalmente facendo un'opposizione
seria e noi elettori gli davamo coraggio e forza perle battaglie
future. Esponenti della maggioranza hanno parlato d'assedio
selvaggio; non c'è stato nessun assedio, noi eravamo lì
a difendere le istituzioni che in quei giorni la maggioranza
stava umiliando dentro quel palazzo.
Assedio selvaggio... la cosa più violenta che ho visto è
stato un mio amico che quando è passata l'auto del ministro
Castelli della Lega Nord gli ha urlato: terrone. Hanno detto
che siamo estremisti. I nostri movimenti hanno mostrato
si intransigenza, ma sui principi fondamentali della democrazia.
Siamo moderati, ma essere moderati non significa essere
passivi, abituarsi alle peggiori anormalità italiane, vivere
nell'assuefazione. Ci piace la Costituzione e in quanto
moderati siamo rimasti prima perplessi, poi esterrefatti,
poi incazzati per quello che sta succedendo in Italia. Io
dopo le elezioni del maggio 2001 m'ero rassegnato a un'intera
legislatura, cinque anni di terribile e tranquillo governo
di centrodestra, anche perché pensavo che fossero
diventati meno peggio rispetto al '94, più politici, più
democratici. E invece si sono rivelati più arroganti e più
incapaci del previsto. Più sfacciati nell'assecondare gli
interessi personali di Berlusconi e di alcuni suoi amici.
Io a una cosa non mi ero rassegnato, a vedere fatta a pezzi
la Costituzione che è ancora una miniera preziosa da cui
attingere risorse per la convivenza democratica.
Nel contratto con gli italiani che Berlusconi firmò in una
trasmissione tv non c'era la legge sul rientro dei capitali
illecitamente esportati all'estero, non c era la legge sulla
depenalizzazione per il falso in bilancio, non c era la
legge sulle rogatorie internazionali. Gli Italiani hanno
votato Berlusconi inseguendo un sogno e si sono risvegliati
dentro un incubo. La cupezza è la nota dominante di questo
governo, l'insicurezza, la debolezza. Noi vogliamo essere
la forza della tranquillità, noi vogliamo difendere le istituzioni
democratiche. Nella mia ingenuità un po' beota, in questi
anni ho creduto che Fini prima o poi si rendesse autonomo
da Berlusconi. Pensavo: ecco ora dice una cosa in contrasto
con Berlusconi, Fini almeno il senso dello Stato ce lo dovrebbe
avere. Ecco, ora dice che sul conflitto d'interessi o sulla
legge antitrust Berlusconi ha torto. Non avevo capito niente.
Non avevo capito che con cinismo all'ombra di Berlusconi
Fini lo stava usando politicamente per avere dei pezzettini
di potere. Fini l'ho sottovalutato politicamente anche perché
l'avevo sopravvalutato moralmente. Ma valeva la pena dedicare
tutta la vita alla politica, energie, tempo, sforzi per
diventare democratico, strappi, discussioni, litigate, lacerazioni.
Tutta la vita per poi diventare nemmeno l'unico ma uno dei
tanti signorsì di Berlusconi.
Come si fa a dire - come ha fatto Berlusconi - che una manifestazione
è "disdicevole"? Ma come parla? "Disdicevole"...e
poi ride. E più è insicuro, più ride.
Ma cosa ride che non c'è niente da ridere? E invece
noi stiamo facendo non una manifestazione "disdicevole"
ma una manifestazione bellissima. Allegra, pacifica, combattiva
che parte sì dall'esigenza che la legge sia uguale
per tutti. Ma oggi non vogliamo che si parli solo di giustizia.
E a questo proposito "la legge è uguale per
tutti" che poi a essere sinceri, anche prima della
Cirami nei fatti la legge non era proprio uguale per tutti
che cosa è successo? Ma cosa è successo in
questi anni che ci vergogniamo, che mi vergogno anch'io,
per paura di diventare demagogici e rozzi di ricordare delle
semplici verità: che la nostra è una giustizia un
po' di classe e che davanti alla legge un immigrato non
è uguale a uno di noi. E a questo proposito ha fatto
bene chi ci ha criticato per la nostra colpevole distrazione
durante l¹approvazione della legge Bossi-Fini. In questi
mesi mi chiedevo il perché di tanto nervosismo del
governo contro i nostri movimenti, tutte le battute sceme
che ci siamo dovuti sorbire e che non hanno mai fatto ridere
nessuno sui girotondi, la regressione, tutti già per terra,
giro girotondo, eccetera. E poi ho capito che ci sono almeno
due motivi: il primo è che con la nostra libertà
di giudizio, con la nostra autonomia, slegati da qualsiasi
logica di qualsiasi partito, con le nostre critiche ai vertici
del centrosinistra, noi abbiamo dato energia, fiato, coraggio
alla sinistra e al centrosinistra e questo naturalmente
ha dato molto fastidio.
Il secondo motivo è che noi con le nostre manifestazioni
siamo riusciti a parlare, a comunicare con una parte dell'elettorato
di centrodestra. E non voglio usare l'espressione sgradevole
e un po' razzista "l'elettorato perbene" oppure
"onesto" del centrodestra. Diciamo che abbiamo
ricordato agli elettori meno pigri del centrodestra che
i principi fonda mentali della democrazia non sono solo
di una parte dell'elettorato ma riguardano tutti i cittadini.
Il monopolio dell'informazione, il tema della giustizia,
la scuola pubblica, la sanità, sono temi che riguardano
tutti. Oggi io sono felice che in questa piazza ci siano
anche persone che hanno votato centrodestra e persone che
non erano mai, mai andate a una manifestazione. Quindi è
vero che si possono coinvolgere elettori distanti da noi
non arretrando sui valori democratici o andando a tentoni
verso un fantomatico centro. Con i valori non si perdono
voti. Anzi. Una preghiera ai dirigenti della sinistra e
del centrosinistra: discutiamo, discutete, ma di cose concrete.
Non perdete tempo a litigare sul nulla. Discutete di politica,
di guerra e di pace, se è il caso o no di fare i
referendum, discutete dei diritti dei lavoratori, dei servizi
pubblici, del modo più efficace di fate opposizione
e di come vincere le prossime elezioni. Ma non fate più
i capricci. Non perdete più tempo in continui e logoranti
scontri personalistici al vertici, sigle, gelosie e ripicche
di cui non ce ne importa niente.
Sì, noi continueremo a delegare ai partiti, ma visto
che un po' ci siamo svegliati la nostra delega non sarà
sempre in bianco. E visto che alla sinistra italiana capita
una occasione ogni secolo, se in questo secolo l'occasione
non capiterà alla fine ma presto, magari tra qualche anno,
questa volta fatela la legge sul conflitto d'interessi.
E poi per piacere fate anche una seria legge antitrust ma
non contro una persona: una legge valida per tutti, quindi
per la democrazia. A sinistra c'è qualcuno che considera
troppo rozzo, troppo grossolano ricordare che il capo di
Forza Italia ha tre reti tv e che questo può dargli
forse un piccolo vantaggio nei confronti dei suoi avversari,
e anche dei suoi alleati va bene. Pare che sia una considerazione
banale. Tv, e poi giornali, e poi radio... Ma io dico la
mia opinione. A me, come cittadino, come telespettatore
non interessa una rete di sinistra. Non credo che alla faziosità
della destra debba contrapporsi la faziosità uguale e contraria
della sinistra. Io vorrei un'informazione indipendente all'interno
di tv e radio decenti. Ma vi fa così tanta paura
la cultura? Che paura vi faceva Radio3, che bisogno c'era
di smantellare una rete fatta così bene e tanto seguita?
E poi Berlusconi dice che la sinistra non è democratica.
Ma lui deve ancora imparare cos'è la democrazia.
E qualcosa forse la può imparare proprio dalla sinistra
italiana.
E a questo proposito mi dispiace che anni fa morendo, il
Partito comunista italiano non seppe comunicare al Paese
che la sua storia aveva più a che fare con l'Emilia
Romagna che non con l'Urss. Berlusconi non è contro
la democrazia. è qualcosa di diverso. Lui è
estraneo alla democrazia. Intimamente estraneo, perché
è qualcosa che non conosce e non capisce e che comunque
gli fa perdere un sacco di tempo.
Un'ultima cosa. Mi chiedono - e io stesso mi chiedo - perché
in questi mesi ho fatto tutto questo. Perché la situazione
s'è fatta troppo seria per far finta di niente. E
poi perché se un domani dovesse, Dio non voglia,
diventare presidente della Repubblica, cioè di tutti
gli italiani, l'uomo più di parte che c'è
in circolazione oggi perché quotidianamente offende
metà dei cittadini italiani, ecco domani io ripensando a
questo periodo, se non avessi fatto nulla, proverei vergogna.
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Il regalo di
Berlusconi
a Bin Laden
Business Week
(del 22 ottobre 2001) scrive: dopo l'11 settembre, c'è
un Paese che marcia in direzione opposta all'Occidente: è
l'Italia del Cavaliere
Ecco i primi frutti
The Economist (10 agosto 2001) interviene sulle leggi su misura
che Silvio Berlusconi ha cominciato a far approvare in Italia.
Delle nuove norme sul falso in bilancio, scrive The Economist,
«si vergognerebbero persino gli elettori di una Repubblica
delle Banane»
Storia del
Signor Savoia
Biografia non autorizzata di un erede al trono d'Italia,
piduista e manager di affari oscuri, che mentre tutti ritornano,
vorrebbe tornare anche lui
Milano da bere,
atto secondo
Un altro politico di Forza Italia arrestato. Mille indagati
per vicende di corruzione. Le tante indagini sulla Regione
del "governatore" Roberto Formigoni. Tangentopoli
non è mai finita
Piccole bombe crescono
Una galassia nera dietro l'attentato al
Manifesto.
E ora, anche l'ultradestra comincia la campagna elettorale.
Stringendo contatti con uomini della Lega, di An, di Forza
Italia...
Rinasce
«Società civile»
Questa volta nel web,
ecco di nuovo i ragazzacci di Società civile.
Riprende vita, via internet, uno storico mensile milanese
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