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Il trenino dell'impunita'
di Nando dalla Chiesa
Indulto. Questa assurda legge sull'indulto. Non si sa da dove
incominciare. Se dall'immagine di un grande papa chino, malfermo
e indomito che chiede clemenza per i dannati della terra davanti
a un parlamento che lo applaude per tradirlo il giorno dopo.
Se dalle immagini dei detenuti che chiedono con ansia ai senatori
della commissione giustizia in visita nelle carceri se ci
sara' l'amnistia. O se dal popolo dell'Ulivo che si batte in
piazza per anni contro le leggi ad personam; le facce di tanta
gente per bene che difende la Costituzione dall'assalto di
un manipolo di imputati eccellenti. O se, ancora, dal trenino
dell'impunita' che venne concepito da poche menti ciniche e
trasversali nella legislatura 1996-2001, quella governata
in varie salse dall'Ulivo.
Potendo scegliere,
pero', partiro' proprio da qui. Da quel trenino dell'impunita'.
Che funzionava cosi'. Aveva un vagone nobile in testa, che
era quello della grazia per Adriano Sofri. Sulla quale bisognava
ottenere i consensi necessari, pur essendo la grazia - come
si sa - una prerogativa del presidente della Repubblica. Consensi
che venivano promessi in cambio del sostegno ad altre, meno
nobili cause. Quelle dei corrotti, per esempio. Per "chiudere
la stagione di Mani Pulite" e "ridare alla politica il suo
primato". Oppure quelle degli ex terroristi. Per "chiudere
la stagione degli anni di piombo". In tutti e due i casi per
giungere a "una riconciliazione nazionale". Poi c'era il quarto
vagone, perche' quando si inizia a mercanteggiare i mercanti
si moltiplicano e la piazza si affolla: ed era quello dei
mafiosi e dei loro amici, ostili ai testimoni, ai pentiti,
all'ergastolo e anche alle condanne passate in giudicato quando
ancora non vigevano i principi del giusto processo. Il trenino
dell'impunita' mostro' il suo nitido design in parlamento e
inizio' anche a sferragliare. Giunse in qualche stazione (non
ovviamente a quella piu' nobile).
Sui binari di superficie lo fermo Scalfaro. E pure un po'
di senso delle istituzioni sparso nei ministeri. Eppure non
si arrese mai. Cammino' sotto terra, come un fiume carsico.
La giustizia essendo la vera febbre vitale della politica
italiana, prosegui' il suo viaggio. E ne mando' qualche segnale
anche in superficie. Quella legislatura vide infatti - lo
ricordate? - un parlamento diviso aspramente in due. Il centrodestra
giunse perfino a lasciare l'aula in occasione del voto finale
sulla finanziaria dell'euro. Contrasti duri, durissimi. Eppure
su una materia, su una materia sola, in quella legislatura
si voto' sempre all'unanimita': la giustizia; spianando la strada
alle offensive della legislatura successiva. Colpa dei primi
ministri? Colpa dei ministri della giustizia? No. Colpa dei
"gruppi umani". Lo so, molti sorridono di questa mia teoria.
Ma i gruppi umani esistono. E a volte contano piu' dei gruppi
politici, ai quali danno la linea approfittando di una maggiore
competenza (a volte presunta) sulla materia o di una maggiore
'internita' alle vicende giudiziarie.
I gruppi umani
si compongono di biografie, di interessi, di culture anche
molto diverse. Ma che convergono su un punto: sulla giustizia
(ossia sulla materia che meno di ogni altro dovrebbe, proprio
per definizione, essere trattabile) si puo' trattare. Personaggi
con un passato estremista border line e con tutti i legami
conseguenti, amici di inquisiti o condannati per reati contro
la pubblica amministrazione, avvocati con cause importanti,
parlamentari eletti (ce lo dicono i boss in persona) con i
voti di Cosa Nostra, persone sensibili alle cause di imputati
eccellenti, non necessariamente di destra, si ritrovano e
si fiutano. Mica a una riunione, non pensiate che questa sia
la Spectre dell'impunita'. Ma per assaggi spontanei, di chiacchiera
in chiacchiera, finche' lo scambio si delinea e si fa. Poi
ci si presenta ai propri gruppi politici e si comunica con
aria grave e ineluttabile che "c'e' un accordo" (questa e' la
frase magica). Infine se ne d' una versione potabile, del
tipo che se si vogliono salvare i dannati della terra c'e'
un piccolo prezzo da pagare, una settantina di corrotti e
nulla piu'. I gruppi si conformano. Dopodiche' si fa passare
l'"accordo" in commissione in poco tempo, approfittando sapientemente
di distrazioni e assenze (colpevolissime) e timidezze altrui.
Nei gruppi, specie quando i giornali iniziano a parlarne,
si agitano mal di pancia, sensi di colpa, dilemmi etici. Ma
poi c'e' sempre qualcuno piu' pratico degli altri che ricorda
che in questo modo, in fondo, si salva anche qualcuno dei
propri amici. Non c'e' forse sempre qualcuno che e' stato 'ingiustamente'
inquisito o condannato? E cosi', di passaggio in passaggio,
si fa quello che a mente fredda non si farebbe mai. Si vota
una porcheria travestita da atto umanitario o da atto di intelligenza
politica. Nella scorsa legislatura il trenino rallento' assai.
Perche' il centrosinistra si trovo' all'opposizione e aveva
una spinta immediata, chiamiamola interesse politico, a ostacolare
le leggi della vergogna. Perche' ci fu piazza Navona, promossa
da un gruppo di parlamentari che fiutava una certa tendenza
a fare comunque in certi casi, sulla materia, l'opposizione
di sua maesta'. Perche', per combinazioni chimiche assolutamente
fortuite, si realizzo' un altro gruppo umano eguale e contrario,
anch'esso trasversale, forte soprattutto al senato, che diede
battaglia senza tregua sulle grandi questioni di principio.
Che venne anche rimbrottato dall'alto per un eccesso di opposizione
al lodo Schifani (le impunita' alle piu' alte cariche dello
Stato), poi dichiarato incostituzionale dalla Corte suprema.
Gruppo umano che stavolta non c'e' quasi piu' e che si spera
sappia ricostituirsi con i nuovi arrivi, a partire da Gerardo
D'Ambrosio.
Quel che e' successo,
l'indisponibilita' a sinistra a discutere di certi emendamenti,
alcune affermazioni fuori controllo ("vogliono tenere in galera
un povero settantenne" riferito a Previti che e' agli arresti
domiciliari!), una durezza polemica psicanaliticamente interessante,
sembrano dirci che in questo accordo c'e' qualcosa che non
viene detto, anche se le sue dinamiche parlamentari si sono
espresse, su questo non c'e' dubbio, totalmente alla luce del
sole. L'"accordo", appunto. Chissa' perche' nessuno ha voluto
stanare il centrodestra per inchiodarlo alla sua responsabilita':
non volere clemenza per i dannati della terra. Chiss' perche'
nessuno ha denunciato quel patto scellerato, invece di subirlo
docilmente. Viene purtroppo da pensare che forse in quegli
iniziali conciliaboli del 'gruppo umano proprio da quei settanta
si sia partiti; o che essi siano stati messi subito sul piatto
per renderlo piu' invogliante. Dal punto di vista della giustizia,
va detto, e' stato un mercimonio. Ossia il contrario esatto
della giustizia.
Dal punto di vista politico si rischia di dare l'immagine
di una Unione dalla doppia morale, quella dell'opposizione
e quella del governo. Ci si aliena un elettorato di destra
che chiede sicurezza, anche in modo non forcaiolo. Ma soprattutto
si demotiva e si umilia un elettorato di centrosinistra (in
grandissima parte non forcaiolo), il piu' appassionato e generoso,
che si e' battuto contro le leggi ad personam e che oggi, per
usare l'espressione amarissima di un ospite del mio Blog,
si chiede se non avesse ragione Berlusconi a considerarlo
un po' co... Se mai fossimo costretti a tornare alle urne,
Dio ci scampi e liberi da questo "risultato politico".
Chiusura doverosa per i lettori. Per settimane non mi sono
pronunciato sull'argomento. Non sono piu' in parlamento e ho
una responsabilita' di governo in altro ministero (felice fu
il suggerimento di chi dal tavolo delle trattative mi sconsiglio'
di andare alla Giustizia!). Percio' ho avuto pudore a intervenire.
Ma io so, sono convinto per esperienza, che se questo gruppo
umano continuera' a operare indisturbato, quello che abbiamo
visto in questi giorni sara' solo un assaggio. E so ancora
meglio che quando in un paese viene garantita l'impunita' dei
potenti, il clima morale, lo spirito pubblico degradano. E
che quando si abbassano nell'indifferenza di tutti, qualcuno
che rappresenta lo Stato ci resta sul campo. E questo a me
nessuno pu' chiedere di dimenticarlo. Nessuno che abbia piu'
di quarant'anni e memoria del passato, puo' chiedermi di tacere.
L'Unita',
30 luglio 2006
Quel regalo
inatteso dei tre anni di abbuono
di Vittorio Grevi
Intorno alla proposta di indulto approvata giovedi' dalla Camera,
ed oggi all'esame del Senato, affiorano alcuni equivoci che
meritano di essere chiariti. Anche perche', a quanto pare,
non pochi tra coloro che hanno votato il provvedimento (pur
superando forti dubbi e forti riserve, del resto spesso provenienti
dalla loro stessa base elettorale), lo hanno fatto sulla scorta
di convinzioni e di premesse non sempre corrispondenti alla
realt'. A cominciare proprio dai meccanismi di operativita'
di quel provvedimento. Risulta, al riguardo, da conversazioni
private, da interviste ed interventi, come non tutti i deputati
fossero perfettamente consapevoli di cio' che stavano approvando.
In particolare, molti di essi, in coerenza con l'idea che
l'indulto fosse esclusivamente legato alla sacrosanta esigenza
di riduzione del sovraffollamento carcerario (questa, come
noto, e' stata l'unica ragione addotta a fondamento dell'atto
di clemenza), erano convinti che tale provvedimento avrebbe
cancellato soltanto le pene gia' irrogate con sentenza irrevocabile.
Cosi' non e', invece. Occorre essere consapevoli, infatti, che
in forza del testo approvato dalla Camera, dove e' previsto
un indulto Le ripercussioni del provvedimento si avranno anche
sui processi futuri esteso a tre anni di pena detentiva (quindi
molto ampio!) per tutti i reati commessi fino al 2 maggio
2006, il relativo condono non solo si applichera' ai soggetti
gia' condannati per i reati non esclusi dal beneficio (di qui
il previsto effetto di sfoltimento della popolazione detenuta),
ma produrra' i suoi effetti anche in ogni futuro processo per
i medesimi reati, se commessi entro tale data. Con la conseguenza
che, nel pronunciare l'eventuale sentenza di condanna al termine
di quei processi, il giudice dovra' automaticamente 'scontare'
i tre anni di condono, riducendo in proporzione (e spesso
azzerando, in concreto) la misura della pena da eseguirsi.
Si tratta, per
un verso, davvero di un regalo inatteso, nella sua gratuit',
per gli imputati presenti e futuri dei suddetti reati (ivi
compresi, come noto, anche rapine ed estorsioni, corruzioni
e peculati, delitti di natura finanziaria, fallimentare e
societaria): i quali sanno fin d'ora che, se condannati, potranno
in ogni caso usufruire di un abbuono di tre anni di pena,
magari senza nemmeno iniziarne la espiazione. Ma si tratta
anche, per altro verso, di un ingiustificato indebolimento
di tutela per le vittime di tali reati, che vedranno cosi'
fatalmente diminuito il peso della propria pretesa risarcitoria
nei confronti dei medesimi imputati (si pensi alle ipotesi
dei disastri e degli omicidi, anche colposi). È stato detto
da molti che tutto cio' sarebbe il prezzo da pagarsi (dato
l'elevato quorum dei due terzi necessario per l'approvazione
di un indulto, con il corollario di inevitabili intese alle
condizioni dettate dalle forze di opposizione) per conseguire
l'obiettivo di 'alleggerire l'attuale insostenibile situazione
delle carceri', fatto proprio anche dal Presidente Prodi nel
suo discorso sul programma di Governo.
Ma per alleggerire
le carceri sarebbe bastata una legge ordinaria. Senonche' Prodi
non aveva parlato di indulto, ne', comunque, l'indulto e' l'unico
strumento per raggiungere un tale traguardo. Allo scopo, per
esempio, si sarebbe potuto puntare su una normale legge ordinaria,
volta a disporre la sospensione della esecuzione delle pene
(fino ad un massimo di due o tre anni di pena residua) nei
confronti dei soli condannati detenuti che ne avessero gia'
scontato una certa frazione, subordinandola all'adempimento
di alcune ben definite prescrizioni: il tutto secondo uno
schema analogo, anzi piu' snello, rispetto a quello gia' seguito
per l''indultino' varato nell'estate 2003. In questo modo,
non essendovi alcun vincolo di maggioranza qualificata, una
legge siffatta avrebbe potuto essere approvata dai soli partiti
dello schieramento governativo, sulla base delle scelte ritenute
piu' opportune circa i soggetti ed i reati da escludersi dall'area
del beneficio. Perche' non si sia percorsa questa, od altra
consimile, strada, che avrebbe consentito al Governo di conseguire
in modo molto piu' lineare il proprio obiettivo di sfoltimento
della popolazione detenuta (e senza subire 'ricatti' da altre
forze politiche), e' un quesito al quale riesce difficile rispondere.
Corriere della sera, 29 luglio 2006
Il primo inciucio
di Marco Travaglio
Cari amici del sito e del
forum, il primo inciucio della nuova legislatura e' legge:
'l'indulto-insulto varato contro tutte le migliaia di cittadini
onesti che per giorni e giorni hanno scritto ai partiti incautamente
votati il 9 e 10 aprile 2006 per chiedere una spiegazione
o una resipiscenza in extremis. È stato tutto inutile. La
Casta degl'Intoccabili che vive barricata nel Palazzo della
politica, sorda e insensibile a quanto accade fuori, ha tirato
diritto come un sol uomo infischiandosene dei suoi elettori.
Con la scusa dell'appello di Giovanni Paolo II e del sovraffollamento
delle carceri, hanno salvato centinaia di corrotti, corruttori,
concussori, peculatori, speculatori, falsificatori di bilancio,
evasori fiscali, bancarottieri, furbetti di borsa e di banca,
abusivisti edilizi, imprenditori senza scrupoli che ammazzano
i loro dipendenti suoi luoghi di lavoro con scarse misure
di sicurezza o con l'amianto. Gente che oggi non sta in galera,
ma che grazie alle inchieste degli ultimi anni rischiava di
finirci (per esempio, Berlusconi e Previti, che deve ancora
subire la sua seconda sentenza definitiva della Cassazione
per corruzione del giudice Squillante). Poi, si capisce, ci
sono anche i detenuti per omicidio che usciranno un po' prima,
il che spiega come mai Adriano Sofri si agita tanto.
I qualunquisti convinti che "sono tutti d'accordo", che "e'
tutto un magna-magna" hanno trovato una splendida conferma
alle loro disperanti convinzioni grazie al patto scellerato
Ds-Margherita-Verdi-Rifondazione-Udeur-Rosa nel Pugno-Forza
Italia-Udc. A parte il partito di Antonio Di Pietro, e poi
D'Ambrosio, Rizzo, Magistrelli, Monaco e pochi altri "casi
di coscienza" (inferiori addirittura a quelli, comodissimi,
sul caso Afghanistan), il gruppone degli inciucisti ha dimostrato
di non vergognarsi di nulla. E temo che quella sperimentata
alla Camera e al Senato sull'indulto-insulto-inciucio non
sia altro che la prova generale di "larghe intese" che nei
prossimi mesi ci regaleranno altre leggi-vergogna (a partire
da quella contro i magistrati che intercettano e i giornali
liberi che raccontano gli scandali), magari nella speranza
che il governo-travicello Prodi cada e si possano finalmente
consacrare anche dinanzi all'altare le agognate nozze D'Alema-Berlusconi,
con Rutelli e Casini nel ruolo dei chierichetti e qualche
altro ascaro nelle vesti del sagrestano turibolante.
È chiaro che bisognera' al
piu' presto reagire e far sentire la nostra voce contro l'inciucio
presente e soprattutto contro quello prossimo venturo. Ne
stiamo gia' parlando con alcuni dei promotori del Palavobis
e dei girotondi, per organizzare alla ripresa autunnale una
manifestazione per la legalita' e la liberta' d'informazione
che fino a qualche mese fa parevano minacciate solo da Berlusconi
e dalla sua banda, e che oggi lo sono anche dalla cosiddetta
Unione. Quando Berlusconi faceva le sue porcherie, c'era almeno
un'opposizione che ogni tanto strillava, non foss'altro che
per giustificare la sua esistenza. Ora, con le porcate trasversali,
a strillare sono soltanto poche voci isolate, difficilissime
da sentire. Bisogna metterle tutte insieme, in una rete e
magari in un sito piu' ampio che coinvolga ogni giorno la societa'
civile, informandola sull'inciucio work in progress. Gia',
perche' lorsignori, asserragliati nel Palazzo dell'Impunita',
si sono dimenticati che esistono anche gli elettori.
In attesa di ritrovarci prestissimo in qualche piazza o in
qualche palazzetto, se vi capita di partecipare a qualche
festa dell'Unita' o degli altri partiti di maggioranza (io
ne sono stato di nuovo totalmente espulso, in compenso la
Margherita ha invitato Berlusconi alla sua festa nazionale
e i Ds stanno pensando di fare altrettanto per non essere
da meno), fate come Piero Ricca: fate domande, contestate,
pretendete risposte dai cosiddetti leader. Devono sentirsi
osservati, giorno e notte, da milioni di occhi e sapere che,
come diceva Giuseppe Prezzolini, non la beviamo piu'. Siamo
tutti "apoti".
Luglio 2006
Chi ha votato per il colpo di spugna
Il voto dei deputati e' pubblico e quindi tutti hanno diritto di sapere come hanno votato i singoli parlamentari.
Camera dei deputati
Democrazia Socialista
Barani, Catone, De Luca Francesco, Del Bue, Nardi.
Forza Italia
Adornato, Alfano Angelino, Alfano Gioacchino, Aprea, Aracu, Armosino, Azzolini, Baiamonte, Baldelli, Berlusconi, Bernardo, Berruti, Bertolini, Biancofiore, Bocciardo, Bonaiuti, Bondi, Boniver, Boscetto, Brancher, Bruno, Brusco, Caligiuri, Campa, Carfagna, Carlucci, Casero, Ceccacci, Ceroni, Cesaro, Cicchitto, Cicu, Colucci, Conte Gianfranco, Costa, Craxi, Crimi, Dell'elce, Della Vedova, Di Cagno Abbrescia, Di Centa, Di Virgilio, Fabbri, Fallica, Fasolino, Fedele, Ferrigno, Fini Giuseppe, Fitto, Floresta, Fontana Gregorio, Franzoso, Fratta Pasini, Galli, Garagnani, Gardini, Gelmini, Germana', Giacomoni, Giro, Giudice, Iannarilli, Jannone, La Loggia, Lainati, Laurini, Lazzari, Lenna, Leone, Licastro Scardino, Lupi, Marinello, Marras, Martusciello, Mazzaracchio, Milanato, Minardo, Mistrello Destro, Misuraca, Mondello, Mormino, Moroni, Nan, Napoli Osvaldo, Palmieri, Palumbo, Paoletti Tangheroni, Paroli, Pecorella, Pelino, Pepe Mario, Pescante, Picchi, Pili, Pizzolante, Ponzo, Prestigiacomo, Ravetto, Rivolta, Rossi Luciano, Russo Paolo, Santelli, Sanza, Scajola, Simeoni, Stagno D'alcontres, Stradella, Testoni, Tondo, Tortoli, Ugge', Valducci, Valentini, Verdini, Verro, Vitali, Vito Alfredo, Vito Elio, Zanetta, Zorzato.
Italia Dei Valori
Rossi Gasparrini.
La Rosa Nel Pugno
Antinucci, Beltrandi, Bonino, Boselli, Buemi, Buglio, Capezzone, Crema, D'elia, Di Gioia, Mancini, Mellano, Piazza Angelo, Poretti, Schietroma, Turci, Turco, Villetti.
Misto
Brugger, Neri, Nucara, Oliva, Rao, Reina, Widmann, Zeller.
Rifondazione Comunista
Acerbo, Burgio, Cannavo', Cardano, Caruso, Cogodi, De Cristofaro, De Simone, Deiana, Dioguardi, Duranti, Falomi, Farina Daniele, Ferrara, Folena, Forgione, Frias, Giordano, Guadagno, Iacomino, Khalil, Locatelli, Lombardi, Mantovani, Mascia, Migliore, Mungo, Olivieri, Pegolo, Perugia, Provera, Ricci Andrea, Ricci Mario, Rocchi, Russo Franco, Siniscalchi, Smeriglio, Sperandio, Zipponi.
Udc
Adolfo, Alfano Ciro, Barbieri, Bosi, Capitanio Santolini, Casini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, Conti Riccardo, D'agro', D'alia, Delfino, Dionisi, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Giovanardi, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Tucci, Vietti, Volonte', Zinzi.
Udeur
Adenti, Affronti, Capotosti, Cioffi, D'elpidio, Fabris, Giuditta, Li Causi, Morrone, Picano, Pisacane, Satta.
Ulivo
Albonetti, Allam, Amato, Amendola, Amici, Attili, Aurisicchio, Bandoli, Baratella, Barbi, Bellanova, Benvenuto, Benzoni, Bersani, Betta, Bianchi, Bianco, Bimbi, Bindi, Bocci, Boffa, Bordo, Brandolini, Bressa, Bucchino, Buffo, Burchiellaro, Burtone, Caldarola, Calgaro, Capodicasa, Carbonella, Cardinale, Carta, Castagnetti, Ceccuzzi, Cesario, Chianale, Chiaromonte, Chicchi, Chiti, Cialente, Codurelli, Colasio, Cordoni, Cosentino Lionello, Crisafulli, Crisci, Cuperlo, D'alema, D'antona, D'antoni, Damiano, Dato, De Biasi, De Brasi, De Castro, De Piccoli, Delbono, Di Girolamo, Di Salvo, Duilio, Fadda, Farina Gianni, Farinone, Fasciani, Fassino, Fedi, Ferrari, Fiano, Filippeschi, Fincato, Fiorio, Fioroni, Fistarol, Fluvi, Fogliardi, Fontana Cinzia, Franceschini, Franci, Froner, Fumagalli, Galeazzi, Gambescia, Garofani, Gentili, Gentiloni, Ghizzoni, Giachetti, Giacomelli, Giovanelli, Giulietti, Gozi, Grassi, Grillini, Iannuzzi, Incostante, Intrieri, Lanzillotta, Laratta, Leddi Maiola, Lenzi, Leoni, Letta, Levi, Lomaglio, Longhi, Lovelli, Luca', Lulli, Luongo, Lusetti, Maderloni, Mantini, Maran, Marantelli, Marcenaro, Marchi, Mariani, Marino, Marone, Martella, Mattarella, Melandri, Merlo Giorgio, Merloni, Meta, Migliavacca, Miglioli, Milana, Minniti, Misiani, Monaco, Morri, Mosella, Motta, Musi, Mussi, Naccarato, Nannicini, Narducci, Nicchi, Oliverio, Orlando Andrea, Ottone, Papini, Parisi, Pedulli, Pertoldi, Pettinari, Pinotti, Piro, Piscitello, Pollastrini, Prodi, Quartiani, Ranieri, Realacci, Rigoni, Rossi Nicola, Rotondo, Ruggeri, Rugghia, Rusconi, Ruta, Rutelli, Samperi, Sanga, Sanna, Santagata, Sasso, Schirru, Scotto, Sereni, Servodio, Sircana, Soro, Spini, Sposetti, Squeglia, Stramaccioni, Strizzolo, Suppa, Tanoni, Tenaglia, Testa, Tolotti, Tomaselli, Trupia, Vannucci, Velo, Ventura, Verini, Vichi, Vico, Villari, Viola, Violante, Visco, Volpini, Zaccaria, Zanotti, Zucchi, Zunino.
Verdi
Balducci, Boato, Boco, Bonelli, Cassola, Cento, De Zulueta, Francescato, Fundaro', Lion, Pecoraro Scanio, Pellegrino, Piazza Camillo, Poletti, Trepiccione, Zanella.
Senato della Repubblica
ALLEANZA NAZIONALE
Buccico Emilio Nicola, Curto Euprepio, De Angelis Marcello, Matteoli Altero, Saporito Learco, Valentino Giuseppe AUT Bosone Daniele, Molinari Claudio, Montalbano Accursio, Negri Magda, Peterlini Oskar, Pinzger Manfred, Rubinato Simonetta, Thaler Ausserhofer Helga, Tonini Giorgio
DC-IND-MA
Antonione Roberto, Cutrufo Mauro, Girfatti Antonio Franco, Manunza Ignazio, Massidda Piergiorgio, Pistorio Giovanni, Rotondi Gianfranco, Santini Giacomo, Saro Giuseppe Ferruccio, Stracquadanio Giorgio Clelio
FORZA ITALIA
Alberti Casellati M. E., Amato Pietro Paolo, Asciutti Franco, Azzollini Antonio, Baldini Massimo, Barba Vincenzo, Barelli Paolo, Bettamio Giampaolo, Bianconi Laura, Biondi Alfredo, Bonfrisco Anna Cinzia, Burani Procaccini Maria, Camber Giulio, Cantoni Gianpiero Carlo, Carrara Valerio, Casoli Francesco, Cicolani Angelo Maria, Colli Ombretta, Comincioli Romano, Costa Rosario Giorgio, D'Ali' Antonio, Dell'Utri Marcello, Fazzone Claudio, Ferrara Mario Francesco, Firrarello Giuseppe, Gentile Antonio, Ghedini Niccolo', Ghigo Enzo, Giuliano Pasquale, Grillo Luigi, Iannuzzi Raffaele, Iorio Angelo Michele, Izzo Cosimo, Lorusso Antonio, Lunardi Pietro, Malan Lucio, Malvano Franco, Marini Giulio, Mauro Giovanni, Morra Carmelo, Nessa Pasquale, Novi Emiddio, Palma Nitto Francesco, Pastore Andrea, Pianetta Enrico, Piccioni Lorenzo, Piccone Filippo, Pisanu Beppe, Pittelli Giancarlo, Possa Guido, Quagliariello Gaetano, Rebuzzi Antonella, Sacconi Maurizio, Scarabosio Aldo, Scarpa Bonazza Buora Paolo, Schifani Renato Giuseppe, Scotti Luigi, Stanca Lucio, Sterpa Egidio, Taddei Vincenzo, Tomassini Antonio, Vegas Giuseppe, Ventucci Cosimo, Viceconte G. Walter C., Vizzini Carlo, Zanettin Pierantonio, Ziccone Guido
IU-VERDI-COMUNISTI ITALIANI
Bulgarelli Mauro, Cossutta Armando, De Petris Loredana, Pecoraro Scanio Marco, Ripamonti Natale, Silvestri Gianpaolo
MISTO Andreotti Giulio, Colombo Emilio, Cossiga Francesco, Del Pennino Antonio Adolfo Mar
MISTO-PDM
Fuda Pietro
MISTO.POP-UDEUR
Barbato Tommaso, Cusumano Stefano, Mastella Clemente
RIFONDAZIONE COMUNISTA-SE
Albonetti Martino, Alfonzi Daniela, Allocca Salvatore, Boccia Maria Luisa, Bonadonna Salvatore, Brisca Menapace Lidia, Capelli Giovanna, Caprili Milziade, Confalonieri Giovanni, Del Roio Jose' Luiz, Di Lello Finuoli Giuseppe, Emprin Gilardini Erminia, Gagliardi Rina, Giannini Fosco, Grassi Claudio, Liotta Santo, Malabarba Luigi, Martone Francesco, Nardini Maria Celeste, Palermo Anna Maria, Russo Spena Giovanni, Sodano Tommaso, Tecce Raffaele, Turigliatto Franco, Valpiana Tiziana, Vano Olimpia, Zuccherini Stefano
UDC
Baccini Mario, Buttiglione Rocco, Ciccanti Amedeo, De Poli Antonio, D'Onofrio Francesco, Eufemi Maurizio, Fantola Massimo, Follini Marco, Forte Michele, Libe' Mauro, Maffioli Graziano, Maninetti Luigi, Marconi Luca, Monacelli Sandra, Naro Giuseppe, Pionati Francesco, Poli Nedo Lorenzo, Ruggeri Salvatore, Trematerra Gino, Zanoletti Tomaso
ULIVO
Adragna Benedetto, Amati Silvana, Angius Gavino, Baio Dossi Emanuela, Banti Egidio, Barbieri Roberto, Barbolini Giuliano, Bassoli Fiorenza, Battaglia Giovanni, Bellini Giovanni, Benvenuto Giorgio, Bettini Goffredo Maria, Bianco Enzo, Binetti Paola, Bobba Luigi, Boccia Antonio, Bodini Paolo, Bordon Willer, Bruno Franco, Brutti Massimo, Brutti Paolo, Bubbico Filippo, Cabras Antonello, Calvi Guido, Carloni Anna Maria, Casson Felice, D'Amico Natale Maria Alfonso, Danieli Franco, De Simone Andrea Carmine, Di Siena Piero, Enriques Federico, Fazio Bartolo, Ferrante Francesco, Filippi Marco, Finocchiaro Anna, Fontana Carlo Ferruccio Antoni, Franco Vittoria, Galardi Guido, Garraffa Costantino, Gasbarri Mario, Giaretta Paolo, Iovene Antonio, Ladu Salvatore, Latorre Nicola, Legnini Giovanni, Livi Bacci Massimo, Lusi Luigi, Maccanico Antonio, Magistrelli Marina, Magnolfi Beatrice Maria, Manzella Andrea, Manzione Roberto, Marino Ignazio Roberto Maria, Massa Augusto, Mele Giorgio, Mercatali Vidmer, Micheloni Claudio, Mongiello Colomba, Montino Esterino, Morando Antonio Enrico, Morgando Gianfranco, Nieddu Gianni, Palumbo Aniello, Papania Antonino, Pasetto Giorgio, Pegorer Carlo, Piglionica Donato, Pignedoli Leana, Pisa Silvana, Polito Antonio, Pollastri Edoardo, Procacci Giovanni, Randazzo Antonino, Ranieri Andrea, Roilo Giorgio, Ronchi Edo, Rossa Sabina, Rossi Paolo, Salvi Cesare, Scalera Giuseppe, Scarpetti Lido, Serafini Anna Maria, Sinisi Giannicola, Soliani Albertina, Treu Tiziano, Turano Renato Guerino, Turco Livia, Vernetti Gianni, Villecco Calipari Rosa Maria, Vitali Walter, Zanda Luigi, Zavoli Sergio Wolmar
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