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Letture
Un libro in dieci righe

di Elena Santoro

petulia68@hotmail.com

Il racconto di Sonecka
di Marina Cvetaeva
La Tartaruga

Un romanzo d'amore autobiografico, la passione travolgente tra la Cvetaeva, grande poetessa esule russa, e Sonja Gollidej, una giovane attrice. Un inno alla sua bellezza, alla sua breve vita, scritto in modo rapinoso. "Un volto così è già una promessa. ma lui prometteva solo ciò che non poteva mantenere. Promesse così le mantegnono soltanto i fiori. E le pietre preziose. Preziose - interamente. E i fiori - interamente fiori". Bellissimo

 

84, Charing Cross Road
di Helen Hanff
Archinto

Una storia vera, il lungo carteggio tra l'autrice americana e una libreria londinese di libri vecchi, dal quale è stato tratto il cult movie omonimo. Un libretto leggero e gradevole, soprattutto per chi ama i libri, le librerie, i librai e le lettere

 

Il capitano Jens Munk
di Thorkild Hansen
Iperborea

Racconto della spedizione alla ricerca del passaggio a Nord-Ovest: nel 1619 il capitano della marina reale Jens Munk, figlio di un nobile danese, viene mandato dal re Christian IV re di Danimarca e Norvegia alla ricerca di un passaggio per la Cina a nord del Canada, ma il progetto fallisce nonostante gli sforzi eroici di Munk

 

I sonnambuli
di Hermann Broch
Einaudi

Il meno conosciuto, forse, dei grandi della letteratura austriaca. Una trilogia imponente, in cui l'uomo lotta (con se stesso) per trovare il suo ruolo in un mondo di valori in transizione, tra vecchio e nuovo. La famiglia, la terra, l'esercito, la politica, la borghesia e il teatro

 

Fondamenta degli incurabili
di Josif Brodskij
Adelphi

Venezia è un pesce
di Tiziano Scarpa
Feltrinelli

Lettura, quella di Brodskij, sempre straordinaria. Dopo Fuga da Bisanzio, dedicata a San Pietroburgo, ecco le pagine su Venezia. Un inno d'amore alla città sull'acqua più bella del creato. Pagine mozzafiato, ricchissime, piene di poesia e da mandare a memoria, per la loro bellezza. Pagine e parole che ricordano il testo di Scarpa, anche se molto diverso nello stile. Due serenate che riempiono di emozione

 

Grande seno, fianchi larghi
di Mo Yan
Einaudi

Un affresco epico incantevole. La Cina, la sua storia e la sua gente, raccontata con umorismo straordinario dall'erede maschio di una allargatissima famiglia cinese.
Mo Yan, già autore di Sorgo rosso, racconta per quasi novecento pagine, ma senza mai stancare, i girotondi politici, familiari, affettivi, di una famiglia assolutamente matriarcale, succhiata dagli uomini, venerati come divinità, attraverso i grandi seni delle sue donne e presa dai loro fianchi larghi.
Bellissimo.

 

Signorina Cuorinfranti
di Nathanael West
E/O

Un classico della letteratura americana, la cui brevità e titolo nascondono il cinismo e la forza del contenuto. Signorina Lonelyheart è una rubrica di cuori solitari e affranti di un popolare quotidiano americano, gestita da un giornalista  disperato (signorina Cuorinfranti, appunto).
Uno schiaffo secco a Hollywood e alla carta stampata
, dall'autore di quell'altro capolavoro che è “Il giorno della locusta”.

 

Powerbook
di Jeannette Winterson
Mondadori

Powerbook è il nuovo portatile Apple, presenza occulta e tuttavia nodale dell'ultimo romanzo di Jeannette Winterson.
Riconoscibilissimo lo stile, sempre identico, a metà fra il manierismo e la sensualità autentica di certi pensieri, di certi desideri.
L'ennesimo romanzo on line, in cui la finzione e la libertà che il pc ti garantisce sono paragonabili ai travestimenti che acquisti in una bottega teatrale.
Fortissimo il richiamo a “Le città invisibili di Calvino”. Quando non si sa se il destino è la trappola o la mano che la fa scattare.

 

Il prete giusto
di Nuto Revelli
Einaudi

Revelli ama recuperare la memoria dei grandi, piccoli partigiani resistenti, piccoli e grandi come don raimondo Viale, appunto, prete e uomo, lacerato.
Un racconto emozionante, sommesso, fatto di alti e di bassi, semplice come i protagonisti. Da leggere, soprattutto oggi che la nuova sinistra del social forum pare prendere avvio da qui.

 

Nodo alle budella
di Leo Malet
Fazi

L'ultimo, ahinoi, capitolo della meravigliosa Trilogie noire del grande, grandissimo capostipite del noir francese. Disperato, spietato, ineluttabile, assolutamente perfetto. Insieme a La vita è uno schifo e Il sole non è per noi, un superclassico.

 

Le vergini suicide
di Geoffrey Eugenides
Mondadori Economica

Un romanzo coinvolgente, sullo strano destino di cinque sorelle, votate al suicidio, da cui la figlia di Coppola ha tratto un buon film.
Una storia mista,
ironica, sensuale, cinica, resa particolare dalla voce di un narratore collettivo che rappresenta gli occhi e i desideri di tutti i ragazzi con cui le bellissime sorelle avranno a che fare. Uno scrittore poco più che trentenne, decisamente promettente.

 

Il sabato. Il suo significato per l’uomo moderno
di Abraham Joshua Heschel
Garzanti

La rilettura dello shabbath, il settimo giorno degli ebrei, votato al riposo. Al riposo che è tempo dato al tempo e non allo spazio, come succede per gli altri sei giorni della settimana.
Un piccolo saggio colto e ricco
di citazioni, che offre interessanti spunti di riflessione sul tempo che non riusciamo più a considerare, se non in relazione allo spazio e alla sua conquista.
Un recupero di tradizioni
e, anche, di leggi di grande buon senso.

 

Ognuno ha tanta storia
di Carlo Mazzantini
Marsilio

Un romanzo e un autore a me sconosciuto, consigliatomi da un libraio di Palermo, personaggio di quelli ormai rari, proprietario della libreira L’aleph.
Come raro è il libro, fatto di ricordi, espressi con una fertilità di vocabolario unica e ormai rara da trovare, fatto di un amore grandissimo e di incontri importanti.
Un libro di memorie
, piacevolissimo, dal bravo papà di Margaret Mazzantini.

 

Austerlitz
di Sebald
Adelphi

Pagine ricchissime, queste, per un saggio che nasce come romanzo, colto e corredato di immagini fotografiche. Alla ricerca di se stesso, Austerlitz, novello flaneur, compie un viaggio angosciante, doloroso ma necessario, con incontri che segnano la sua vita e ricompongono un puzzle di ricordi ed esperienze che lasciano tanto al lettore.
Un romanzo non facile, ma che ricompensa della fatica.

 

I turbamenti del giovane Torless
di Robert Musil

Un classico tra i classici che non avevo mai letto e che mi ha sconvolto. I turbamenti del giovane chiuso in collegio sono così magistralmente espressi e le crudeltà dei piccoli verso i piccoli così ben rese, che per due giorni ho inseguito e respinto il libro.
Da leggere quando si sta bene oppure, per chi ama toccare il fondo, quando si sta male.

 

Il mondo secondo Garp
di John Irving
Rizzoli

Scrittore dallo stile inconfondibile, Irving. E romanzi inconfondibili i suoi. Pirotecnici, affastellati, costruiti con storie dentro le storie e personaggi che si spostano da una storia ad un’altra, come in ciabatte.
Niente è inverosimile qui. Una scrittura piena di umorismo e di malinconia insieme, grottesca e umana. Azione al quadrato.

 

I vicere
di De Roberto
Einaudi

Il più bel romanzo della letteratura italiana, secondo Sciascia. L’altra faccia della medaglia rispetto a Il Gattopardo, scritto da un autore che amava i suoi personaggi.
De Roberto au contraire disprezza i cinici e meschini protagonisti di questo affresco sul decadimento della nobiltà siciliana e senza clemenza affonda colpi sugli illustri rampolli della nobile famiglia Uzeda.
Un romanzo bellissimo, epico, corale, profetico.

 

Bassotuba non c’è
di Paolo Nori
Einaudi Stile libero

Mah. Eppur si muovono, i suoi ammiratori. Bassotuba non c’è è una puntata a caso del ciclo Nori, giovane scrittore osannato da alcuni per questa sua capacità di rendere l’oralità in forma scritta.
Sarà. Ma leggere pagine epagine di anacoluti, di ripetizioni, di parolacce, di situazioni qualsiasi, assolutamente qualsiasi, stufa moltissimo, oltre a fare venire l’orticaria.
Meglio una soap opera, allora.

 

Natura morta con custodia di sax
di Geoffrey Dyer
Instar Libri

Magico Dyer, che ci racconta capitolo dopo capitolo i grandi del jazz, tratteggiando immagini che si accompagnano a fotografie di  Duke Ellington, Thelonius Monk, Art Pepper, Chet Baker , Lester Young, Count Basie.
Da servire con la sua colonna sonora. E poi i libri Instar sono sempre una meraviglia.

 

Un bicchiere di rabbia
di Raduan Nassar
Einaudi

Un Einaudi arcipelaghi (nella nuova elegante veste), con splendida copertina con tela di Rothko.
Una scrittura corrosiva, densissima, per un breve monologo in cui la punteggiatura consta solo di virgole e le pause le dettano i capitoli.
Una storia d’amore (una storia d’amore?) molto sui generis. Particolare, scritto da un brasiliano con origini libanesi.

 

Senza sangue
di Alessandro Baricco
Rizzoli

Sempre elegante, sempre inconfondibile. Ma un po’ privo di nerbo, di corpo, forse anche rispetto alle aspettative alimentate dal triennio di silenzio (a parte Next, sui no global).
Continua in modo evidente la sua passione per il filone western di cui maestro (anche suo) è Cormac Mc Carthy, che già animava la parte migliore di City.
Ma è sempre un bel leggere e sempre un grande narratore, capace di emozionare con le parole.

 

Doppio sogno
di Arthur Schnitzler
Adelphi

Il romanzo scandalo che Kubrick ha attualizzato in Eyes Wide Shut. Una festa in maschera per una coppia felice sarà l’inizio di una avventura, a metà tra il reale e l’onirico, che cambierà la loro vita.
Quando le parole sono capaci di lasciare segni e modificare destini e le confessioni sanno fare male. Tormentoso e tormentato, attualissimo.

 

Uomini e no
di Elio Vittorini
Bompiani

Un capolavoro da non dimenticare, dove si racconta di una storia d’amore e di una storia di guerra e resistenza partigiana a Milano.
Pagine piene di suggestioni, di poesia e di storia, in cui protagonista è l’uomo e l’uomo che uomo non è. Romanzo densissimo, utile, fatto di poche parole che tornano a rimare quasi insieme, soprattutto nel discorso diretto e tuttavia capaci di suggerire emozioni grandi. Davvero da non perdere.

Conversazioni in Sicilia
di Elio Vittorini
Bompianii

Ritorna in queste conversazioni, illustrate da Renato Guttuso, il tema dell’uomo e dell’uomo no, dell’annichilimento della guerra fascista, in Spagna come in Italia, e la voglia di riscoperta della terra natia, della sua immutabilità, nel ricordo così come nell’olfatto, nel tatto, nella vista.
Quadri appena tratteggiati, per suggerire una immagine mai raccontata per intero. Il mondo delle donne e quello degli uomini, i loro incroci e le distanze.

 

Lo sguardo del flaneur
di Ulf Peter Hallberg
Iperborea

Una piacevolissima scoperta. Conversazioni vere e verosimili tra il flaneur, l’attento osservatore baudleriano ripreso da Walter Banjamin e intellettuali delle città che hanno fatto la storia dell’Europa, allungando fino a New York.
Da Berlino a Praga a Parigi a New York a Pietroburgo e Mosca, la storia si compie in una rilettura vista attraverso occhiali privilegiati, con tanto di immagini fotografiche, una più bella dell’altra, corredate da chiose e pensieri.
Un saggio romanzo o romanzo saggio bellissimo, pieno di pensieri da salvare e leggere e rileggere e leggere ancora viaggiando. Un libro che non si vorrebbe finire mai.

 

Viaggio in Armenia
di Osip Mandel’stam
Piccola biblioteca Adelphi

,Un libretto esile, in cui la prosa è poesia, certo grazie anche alla sapiente traduzione di Serena Vitale.
Appunti di viaggio, sparsi e vari, di uno dei pensatori, scrittori e poeti più interessanti e pregni del secolo appena concluso.

 

Se la luna mi porta fortuna
di Achille Campanile
BUR

La rilettura di Campanile è sempre straordinaria. Impossibile non scoppiare a ridere.
Una comicità irresistibile, fatta di battute caste e casalinghe, di storie buffe e ingarbugliate nella loro semplicità, con personaggi uno più caratterizzato dell’altro.
Dall’ingenuo Battista Raggio di Sole a Celestino, scocciatore della impagabile Famiglia de Gentilissimi. Romanzi, tutti, che sono concentrati di buonumore per tutte le stagioni.

 

Il mondo senza di me
di Dario Mancassola
Pequod

Opera prima di un giovane scrittore italiano. Doppio diario di due amici che dividono un appartamento insieme, uno straight e uno gay.
Una prima parte banale, stravista e anche un po’ retorica e una seconda invece ambientata ad Amsterdam decisamente più interessante e introspettiva.
Romanzo post adolescenziale con qualche pezzo degno di nota ma troppi deja-vu.

 

Isola Nera
di Piergiorgio Di Cara
E/O

Acquistato sulla scia di una lusinghiera recensione  su Pulp, che lo paragonava a Izzo e al profumo mediterraneo di spezie basilico e bouillabaisse.
In realtà un giallo noir abbastanza qualunque, ambientato a Lipanusa, isola immaginaria che potrebbe essere Linosa come Alicudi, un poliziotto convalescente alle prese con un  morto, confinato su un’isola chiusa e inaccessibile, nera e vulcanica.
L’autore ci ha messo del suo, essendo anche lui commissario di polizia.

 

Alexis o il trattato della lotta vana
di Marguerite Yourcenar
Feltrinelli Economica

Breve romanzo epistolare, scritto dall’autrice a 24 anni e mai ritoccato.
Un uomo che racconta alla moglie, nell’abbandonarla, la sua vana lotta di tutta una vita contro la propria omosessualità.
Un romanzo intenso
, anche se volutamente freddo, in cui è facile ritrovarsi, sostuendosi al protagonista con le battaglie proprie verso le debolezze con cui la vita in modo diverso ci segna.

 

La fine è nota
di Geoffrey Holiday Hall
Sellerio

Un giallo molto ben fatto, sostenuto da una architettura narrativa interessante e mai banale, riscoperto da Sciascia, in cui si cade facilmente in tutte le trappole tese dall’autore per sviarci dalla soluzione.
Una bella lettura, semplice e rilassante, con un incipit e una chiusa del romanzo davvero magistrali.

 

Miele
di Torgny Lindgren
Giano editore

Il silenzio delle terre del nord, delle cose non dette e dei segnali di fumo, il silenzio di quel tempo che gli orologi non sanno contare.
La storia di due fratelli, incapaci di amarsi ma anche di lasciarsi, speculari e ombra l’uno dell’altro. Una scrittrice di passaggio farà da telefono senza fili per rimetterli in comunicazione e farli finalmente morire in pace, convinti entrambi di avere "ucciso" l’altro.
Un romanzo interessante, molto nordico, pubblicato da questa piccola e nuova casa editrice che ha scelto l’arancio per le sue copertine minimaliste.

 

La scomparsa di Maiorana
di Leonardo Sciascia
Einaudi

Un libello che viene facile abbinare a “L’ultima lezione” di Ermanno Rea, il seducentissimo racconto dell’altra celebre e altrettanto oscura scomparsa, quella di Federico Caffè.
Il racconto degli ultimi giorni del geniale fisico, le diverse chiavi di lettura per interpretare vita e segni di questo protagonista così unico della scienza italiana. Tanti interrogativi, che secondo Sciascia portano diritto alla bomba di Hiroshima e che stilano il ritratto di un uomo complesso e dotato di una mente eccelsa.
Altro libro simile di Sciascia è “L’affaire Moro”, sulla rilettura, rivelatasi poi esatta, delle lettere di Moro dal carcere delle BR.

 

Strade blu
di William Least Heat-moon
Ed. Einaudi

Un lungo taccuino di viaggio per un giro sulle strade blu del Nord America, ossia le strade minori così contrassegnate sulle mappe, lungo quanto metà della circonferenza terrestre.
I paesaggi, i personaggi, la cucina, la storia e la cultura degli stati attraversati in solitaria, alla guida di un furgone alla ricerca di se stessi.
Concluso da una chiosa Navajo: ricorda tutto di quello che vedi, perché il resto ritorna nel vento.

 

Jules e Jim
di Henri Pierre Roche
Adelphi

Esattamente come il film di Truffaut, essenziale, in bianco e nero, scandalosamente trasgressivo.
Il sorriso di una statua greca che innamora i due amici e che verrà riconosciuto in Marthe, gli equilibri anomali e inconsueti che legano Jules e Jim alle donne e ai loro figli (del passato, del presente e del futuro).
Quanto si immagina possa succedere in una eventuale unica vacanza di libertà (difficile pensare di gestire rapporti così liberi, impensabile forse quando ami) e che qui invece è il racconto di tutta una vita, con la distanza data dal Voi e dall’aura francese.

 

Stupori e tremori
di Amelie Nothomb
Ed. Voland

La geniale Amelie, che centellina nei libri le tessere della sua vita, qui alle prese con il suo primo impiego in una multinazionale giapponese e con la seducentissima ma algida Fubuki.
Il Giappone e l’occidente, due mondi a confronto, in cui l’apertura del secondo si infrange contro le regole e la ratio del pensiero nipponico.
Graffiante e divertente, come sempre.

 

Ad Ovest di Roma
di John Fante
E/o


Un classico di uno degli autori americani più trascurati in patria e poi "scoperto" da Bukowski.
Due racconti apparentemente leggeri, colorati di ironia, in cui però fortissima risulta la difficoltà del vivere, la famiglia, le relazioni.
Un sapiente equilibrio tra riso e riflessione.

 

Fuga da Bisanzio
di Iosif Brodskji
Adelphi

Un libro non per tutti, che richiede attenzione e concentrazione.
Una raccolta di scritti del grande scrittore russo, che ci racconta di San Pietroburgo, la splendida città sull’acqua e dei suoi innumerevoli nomi, in cui certe notti sono così belle che non si ha il coraggio di andare a dormire, perché non c’è sogno più bello dell’affacciarsi al balcone.
E Osip Mandel’stam e sua moglie, e Auden.
Un libro di esperienze, da leggere senza orologio.

 

Le sorelle Materassi
di Aldo Palazzeschi
Economici mondadori

7,68 euro

Un’incantevole lettura per un romanzo d’altri tempi, effettivamente lontano dalle letture a cui siamo abituati. E’ come se l’ingresso nella storia richiedesse del tempo e l’autore stesso ne fosse consapevole.
Opera matura di Palazzeschi, che con ironia magistrale racconta la storia delle due/tre sorelle ricamatrici di bianco, come s’usava dire, la cui vita viene sconvolta dall’arrivo del nipote Remo.
Una storia affettuosa, con un finale speciale.

 

L’educazione sentimentale
di Gustave Flaubert
Rizzoli
11,88 euro

Classico tra i classici, da rileggere magari cercando nuovi chiavi di lettura, come la storia della rivoluzione, le prime forme di sindacato e le rivendicazioni femminili.
Amaro e rassegnato, infine, da chiosare con il commento del protagonista, Federico Moreau: la repubblica nasce già vecchia.

 

Il settimo conte di Lucan
di Muriel Spark
Adelphi

15 euro

Un romanzo deludente, davvero deludente, contorto, senza nerbo, il peggiore, forse, della brava autrice ottantaquattrenne.
Un tentativo di dare un seguito alla storia della fantomatica figura del Conte Lucan, caso che appassionò l’Inghilterra negli Anni 70, con il cruento omicidio della baby sitter, il ferimento della moglie e la scomparsa di questo affascinante e blasonato protagonista del jet set londinese.
Ma il tutto è iperbolico
, con doppi salti mortali che non portano da nessuna parte. Molto, molto modesto.

 

Io e Henry
di Jonathan Ames
Einaudi Stile Libero
15 euro

Un libro magnificato da certa stampa e che riporta sulla quarta di copertina altrettanto entusiasmo sottoscritto da firme autorevoli.
Brioso, divertente
, ma un po’ inutile. Una strana coppia di un giovane 26enne ebreo newyorkese, con una passione per il travestitismo e i reggiseni femminili ed un eccentrico sessantenne che lo ospita nella casa più buffa e più sporca della letteratura.
Leggero, buono per le vacanze, ma certo in giro c’è di meglio.

 

Le correzioni
di Johnathan Franzen
Einaudi


L’ennesimo affresco
del mito americano, disgregato nel suo nucleo primario, la famiglia. Tra depressioni, fallimenti, felicità sintetiche e wall street, big mama, che detta le regole del gioco, anche in medicina.
Un romanzo corposo
, che si lascia leggere. Con un unica grande sfortuna dell’autore: l’annoverare tra i suoi predecessori scrittori insuperati come Dos Passos o De Lillo.
Effetto dejà-vu.

 

Blu - Storia di un colore
di Michel Pastoreau
Ponte alle grazie

Lontano dalla cromoterapia, dalle frivolezze new age e da facili esoterismi la storia del colore blu nella storia del mondo: nell’arte, nella cultura, nell’araldica, negli usi e costumi.
Una lettura affascinante, corredata da splendide immagini d’arte varia.
Un libro raffinato, dall’insolito formato quadrato, con una copertina tutta blu e pagine anche solo da sfogliare e ammirare.

 

I giorni dell’abbandono
di Elena Ferrante
edizioni e/o


Un romanzo voragine, dalla prima all’ultima pagina. Scritto senza premere sull’acceleratore, solo i pensieri, così come vengono, di Olga, abbandonata dal marito all’improvviso, un pomeriggio.
Un racconto esatto, verissimo, dolorosissimo, in cui senz’altro si ritrova qualunque abbandonato.
La disperazione, quella che non conosce parole, il peso dei figli, la perdita dell’orientamento, del sonno, della fame, della vita.
Una grande scrittrice, che già si era rivelata con “L’amore molesto”.

 

Manhattan Transfer
di John Dos Passos
Baldini & Castoldi

Un altro capolavoro che dopo settant’anni di oblio torna in libreria. Il mito della grande mela (bacata) e le ondate immigratorie, le illusioni di Wall Street, le tipografie con i loro veleni e il flash dei giornali, il mondo patinato del teatro, l’emancipazione femminile, le traversate intercontinentali in cerca di fortuna, le prime forme di sindacato, i marciapiedi affollati di bambini e di storie di vita al balcone.
Un romanzo straordinario
, attualissimo, espansivamente di sinistra. Con un montaggio di storie e un incastro di personaggi di grandissima modernità.
E con una traduzione
, di Alessandra Scalero, che resta intoccata dal 1932.Effetto amarcord con Chiamalo sonno, di Roth, e anche Le gang di New York, di Asbury.

 

Dura madre
di Marcello Fois
Einaudi

Uno dei migliori talenti giallonoir italiani, Marcello Fois.Una dura madre che è la terra di Sardegna, una dura madre che è la madre a cui la natura ci affida e anche la natura matrigna.
Storie di malavita
, storie di vita dura in terra aspra di sardegna, tra morti ammazzati, faide familiari e silenzi conniventi.
Una storia scritta bene
, spezzettata in brevi capitoli con splendidi titoli in corsivo, che inanellano il racconto come un continuum di storia comune, con le donne che lavorano nell’ombra.

 

Il falco pellegrino
di Glenway Wescot
Adelphi

Romanzo eccelso. Da centellinare. Aristocratico, snob, denso. Una storia Anni Venti, di puri passatori di tempo, bellezze algide in società, con un affascinante e superbo rapace avvinghiato al polso, protagonista e metafora di tutto.
"Una storia d’amore"
sottotitola Adelphi sulla copertina turchese con splendida foto di Horst. Una storia dell’amore nelle sue molteplici forme, direi piuttosto. Crudele e seducentissimo.

 

 

Soldati di Salamina
di Javier Cercas
Guanda

Un romanzo a metà tra prosa e giornalismo, sulle tracce di Rafael Sánchez Maza, ideologo fondatore della Falange, il partito di estrema destra spagnolo.
A metà tra storia
e artificio narrativo, con un ritmo che diventa ben rodato soprattutto nella seconda parte. La guerra civile, attraverso i racconti dei partigiani e la vita in fuga nei boschi.

 

Libri!

a cura di Daniela de Rosa


La mia vita su un piatto
di India Knight
Feltrinelli editore

Un giorno ti alzi dal letto e ti ritrovi più grassa. Non è una questione di calorie ingurgitate o di bilancia (il peso è quello del giorno prima), ma di aspetto. Un altro stai lavando i piatti con i rimasugli della colazione dei bambini e ti ritrovi a fantasticare su come sarebbe baciare con passione uno sconosciuto. A Clara, londinese over trenta e over size, giornalista freelance (ovvero quando non deve fare la spesa, accompagnare i figli a scuola, chiacchierare con le amiche, tentare di sembrare passabile agli occhi del fragrante marito sempre perfetto) tutto questo capita spesso. Così come le capita di pensare, dopo otto anni di matrimonio, "tutto qui?"

Questo romanzo, deliziosamente pervaso di humor britannico tutto femminile (e pertanto ancora più arguto e godibile) è stato scritto da India Knight, spiritosa columnist del Sunday Times, ma - capacità letteraria a parte - avrebbe potuto essere scritto da milioni di donne, purché sposate, con figli e mediamente felici. È il mediamente la chiave del romanzo. Basta, questo, a essere soddisfatte della propria vita, matrimoniale, sentimentale, sessuale? O ci vuole una fallimentare intervista a un tenebroso e scostante divo della danza contemporanea per cambiare le carte in tavola?

Se ne consiglia vivamente la lettura agli uomini (soprattutto a quelli sposati, con figli e mediamente felici).



L’harem e l’Occidente

di Fatema Mernissi
Giunti editore

Il chador dell’Occidente

Ce l’abbiamo anche noi, quel velo sulla faccia che ratifica la sottomissione della donna all’uomo, unico padrone di guardare in faccia la propria moglie o figlia. Ce l’abbiamo ma non lo sappiamo. Solo che è impalpabile, invisibile e si chiama "bellezza forzata". "L’uomo occidentale costringe la donna a rincorrere per tutta la sua vita un’ideale di bellezza e giovinezza, che prescinde assolutamente dall’intelligenza", spiega la scrittrice e sociologa marocchina Fatema Mernissi, autrice di "L’harem e l’Occidente", edito da Giunti.

"Questa è una specie di condanna: essere bella, giovane, in forma per piacere agli altri. Il fatto che dietro un bel volto ci sia anche una testa a volte è addirittura un handicap". Nell’harem orientale, invece, che la Mernissi conosce bene per essere nata in uno di quelli di Fez, le due cose sono strettamente legate e la leggenda di Sherazade lo dimostra. L’uomo, che ha paura della donna e della sua intelligenza, la chiude tra quattro mura per averne il totale controllo. Le donne orientali però, come la sociologa dimostra nel suo libro, stanno trovando la loro via di fuga: mentre gli uomini hanno mantenuto il monopolio nella politica, le donne studiano, si informano, approfondiscono. E diventano scienziate, ingegneri, tecnici (il 28,7% in Egitto, il 29,3% in Turchia, il 31% in Marocco, il 37,6% in Iran, il 36% in Kuwait, il 40% in Indonesia e il 44,5% in Malesia).

Oltretutto adesso hanno
le nuove tecnologie dalla loro parte. In una società in cui le donne tuttora non possono uscire di casa troppo liberamente, né entrare in un locale pubblico se non sono accompagnate, il computer, e con esso l’accesso a internet e perciò al mondo, possono rappresentare una chiave di accesso all’indipendenza. In Marocco, ma anche degli altri Paesi musulmani, stanno aprendo i primi cybercafé. Le donne ci vanno con la famiglia, e da là si collegano con l’Occidente, con le altre donne del mondo musulmano. Imparano, capiscono. E non si adeguano. Il chador rischia di avere i giorni contati.



Ora la signora Joanne Kathleen Rowlings può andare in banca e constatare che il suo conto corrente è cresciuto ancora a dismisura. Ha venduto bene, infatti, anche il quarto libro uscito dalla sua penna, "Harry Potter e il calice di fuoco". Nonostante la mole (640 pagine a 32 mila lire, l’editore è Salani), migliaia di bambini (e, a quanto pare, anche di adulti), sono corsi a leggere le nuove avventure dell’apprendista maghetto, contribuendo a consolidare la posizione della sua autrice, che da disoccupata ragazza madre è diventata, nel giro di sette anni, la donna più ricca d’Inghilterra dopo la regina Elisabetta, che pure non se la passa male.

     

Harry è arrivato ormai a 14 anni. Ne aveva 11 quando è iniziata la sua saga, ma anche così, preadolescente magari foruncoloso, continua ad avere più ammiratrici (e ammiratori) di qualunque suo coetaneo. Dopo aver scoperto il suo vero destino, quello di diventare mago frequentando la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts ("Harry Potter e la pietra filosofale"), dopo aver sconfitto il maleficio del suo nemico Valdemort che colpiva con maligni incantesimi i suoi compagni di studi ("Harry Potter e la camera dei segreti"), dopo essere riuscito a fuggire dalla grinfie di Sirius Black che lo voleva uccidere ("Harry Potter e il prigioniero di Azkaban") l’ormai non più piccolissimo eroe deve partecipare suo malgrado al torneo dei Tre Maghi, che prevede prove rischiosissime e avventure all’ultimo respiro. Come vada a finire è facilmente immaginabile.

La infaticabile signora Rowlings ha già previsto un quinto, un sesto e un settimo (e ultimo) libro della serie Harry Potter, in cui la parola "scar" (cicatrice, quella a forma di saetta che Harry ha sulla fronte) metterà la parola fine sulla fortunata saga.

Per allora il numero dei volumi venduti nel mondo avrà superato di molto gli attuali 70 milioni, il conto della signora sarà lievitato ulteriormente, e Harry sarà ormai un quasi-giovanotto.

Forse si saranno placate anche le critiche di quei bacchettoni che (invidia?) accusano la scrittrice di incitamento al satanismo, di maschilismo e di superficiale furberia. Lei se ne starà sicuramente beata nel castello che intanto si è comprata con i primi guadagni.

Quanto a Harry, se ancora non sarà alle prese con stregonerie, Babbani e maghi nemici avrà l’età giusta per candidarsi per il Grande Fratello. Cosa che non lo renderà popolare più di quanto già non sia, ma che metterà a tacere le malelingue, facendone finalmente un eroe amato davvero da tutti.

(Daniela de Rosa, 16 febbraio 2001)


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