Campioni dItalia
Edgardo Sogno
Doppio Sogno o doppio Stato?
6. Destabilizzare per stabilizzare
Edgardo Sogno, per la verità, non ha mai negato di aver
lavorato per una svolta istituzionale. Anzi, lo ha più volte rivendicato
con orgoglio. Egli stesso, nel marzo 1997, rende pubblica la lista dei
«suoi» ministri. Che non stesse scherzando è poi garantito
da una parte degli apparati di Stato e della politica. Un rapporto del
Reparto D del Sid, realizzato dal colonnello Sandro Romagnoli e
dal capitano Antonio Labruna, conferma che nel periodo compreso
tra il 10 e il 15 agosto 1974 si sarebbero realizzati «atti eversivi
non meglio precisabili tra i quali però sarebbero rientrati: unazione
di forza in direzione del Quirinale; imposizione al Presidente Leone
di profonde ristrutturazioni delle istituzioni dello Stato e formazione
di un governo di tecnici con a capo Randolfo Pacciardi. Lazione
verso il Quirinale dovrebbe essere capeggiata da tale Salvatore Drago,
che potrebbe personalmente contare anche su un consistente gruppo di appartenenti
alla Ps; gli atti eversivi dovrebbero determinare come scopo finale lintervento
di imprecisati reparti militari favorevoli alleversione».
Andreotti, allora ministro della Difesa, conferma: dichiara infatti
subito al giudice Violante di aver ricevuto dal Sid documentazione
sui piani eversivi in preparazione e, rilevato che «lentità
del pericolo esigeva iniziative immediate», aveva ordinato al capo
del Sid, il generale Miceli, di informare immediatamente Polizia e Carabinieri.
Miceli aveva eseguito: il 10 luglio 1974 aveva consegnato al comandante
generale dellArma dei Carabinieri, generale Enrico Mino,
e al capo dellIspettorato Antiterrorismo, Emilio Santillo,
un appunto nel quale si informava delliniziativa eversiva e si comunicavano
i nomi di Ricci, Drago, Pacciardi, Sogno. Il generale Mino conferma
a Violante di aver inoltrato ai comandi territoriali dei Carabinieri due
successive disposizioni con le quali si ordinavano dispositivi di vigilanza,
da rafforzare ulteriormente nei giorni prefestivi e festivi e durante
le ore notturne. La seconda disposizione, emanata il 22 luglio, fu decisa,
afferma Mino, perché era stato informato «che i programmi
eversivi che mi erano stati comunicati si stavano traducendo nei giorni
successivi in azioni concrete». Il 10 agosto il generale Igino
Missori, comandante della divisione dei Carabinieri Podgora, competente
sullItalia centrale e dunque su Roma, aveva impartito lordine
di predisporre un ulteriore contingente armato per un eventuale impiego
nei giorni festivi e nelle ore notturne. Contemporaneamente, il capo della
Polizia Efisio Zanda Loy aveva disposto un aumento del contingente
armato di stanza al Quirinale e nella tenuta presidenziale di Castelporziano,
scegliendo «guardie particolarmente addestrate alla difesa personale
e al tiro con le armi». Qualche generale (Piero Zavattaro Ardizzi,
Luigi Salatiello, Giuseppe Santovito) era stato cambiato in fretta
di posto, a quanto testimonia Andreotti, il quale sostiene di aver deciso
di «operare subito qualche spostamento in punti cruciali per togliere
eventuali collegamenti». Tutti i protagonisti di questa pochade,
in realtà, sembrano muoversi in modo ambiguo, tenendo i piedi in
più scarpe; nessuno (neppure Andreotti, che a posteriori dice di
essersi mosso) denuncia pubblicamente le manovre eversive. Comunque al
golpe vero e proprio non si giunge, ma nello stesso tempo i responsabili
degli atti eversivi sono di fatto coperti e protetti. «Destabilizzare
per stabilizzare»: alla svolta del 1974 lobiettivo è
raggiunto.
(6.continua)
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