Campioni dItalia
Flavio Briatore
Vita da Formula 1. Una storia italiana
3. Dalle stalle alla stella
Le feste del contino Attilio, spalleggiato dal brillante Briatore, fanno
rivivere alla villa di Vizzolo i fasti degli anni Trenta, quando sulle
rive del Ticino arrivava il Duce per pranzare con lamico Giovanni,
linventore della Aeroplani Caproni. Nella versione anni Ottanta,
invece, le feste, le battute di caccia, i safari in Africa sono occasioni
per proporre affari, business che restano però sempre progetti:
di concreto cè sempre e solo un mazzo di carte che spunta
allimprovviso su un tavolo verde. Cadono nella rete limprenditore
Teofilo Sanson, quello dei gelati (su quel tappeto verde lascia
20 milioni), il cantante Pupo (60 milioni), larmatore Sergio
Leone (158 milioni in due serate allHotel Intercontinental di
Zagabria), lex vicepresidente della Confindustria Renato
Buoncristiani (495 milioni), lex presidente della Confagricoltura
Giandomenico Serra (1 miliardo tondo tondo, in buona parte in assegni
intestati a Emilio Fede). E tanti, tanti altri... A posteriori,
il «Tribüla» la racconta così: «Mi piacevano
scala quaranta, scopa, poker, chemin... No, il black jack non lho
mai capito, la roulette non mi ha mai preso. Tra noi cerano anche
bari, io non centravo nulla, però, lo ha scritto anche Emilio
Fede nel suo libro. Dall83 non gioco più, qualche colpo a
ramino, stop». In verità la storia era più complessa:
un gruppo di malavitosi di rango, eredi del boss Francis Turatello,
dedito al traffico di droga e al riciclaggio, aveva pianificato (e realizzato
per anni) una truffa alla grande, con carte truccate e tutti gli optional
del caso; e i polli da spennare, chiamati gentilmente «clienti»,
erano individuati con unazione scientifica di studio e di ricerca,
dopo aver «comprato» informazioni da impiegati compiacenti
dentro le banche e dopo aver compilato accurate schede informative (complete
di disponibilità finanziarie, interessi, relazioni, gusti: meglio
agganciarli proponendo una battuta di caccia o portando un paio di ragazze
molto disponibili?). Briatore, a capo di quello che i giudici chiamano
«il gruppo di Milano», nel business aveva il delicato compito
di «agganciare» i «clienti» di fascia alta, ingolosirli
con qualche buon affare, farli sentire a loro agio con una adeguata vita
notturna. E poi spennarli. Il gioco sinterrompe con una retata,
una serie darresti, uninchiesta giudiziaria e un paio di processi.
Fede è assolto per insufficienza di prove, Briatore è condannato
in primo grado a 1 anno e 6 mesi a Bergamo, a 3 anni a Milano. Ma non
si fa un solo giorno di carcere, perché scappa per tempo a Saint
Thomas, nelle isole Vergini, e poi una bella amnistia cancella ogni peccato.
Cancella anche dalla memoria un numero di telefono di New York (212-833337)
segnato nellagenda di Briatore accanto al nome «Genovese»
e riportato negli atti giudiziari del processo alle bische: «È
un numero intestato alla ditta G&G Concrete Corporation di John Gambino,
con sede in 920, 72 Street, Brooklyn, New York. Tanto il Gambino quanto
il Genovese sono schedati dagli uffici di polizia americana quali esponenti
di rilievo nellorganizzazione mafiosa Cosa Nostra».
(3.continua)
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