Marzo 2002
Pietro Aglieri scrive una
lettera al procuratore nazionale antimafia Piero Luigi
Vigna e al procuratore di Palermo Piero Grasso, nella quale
rivolge un appello alle istituzioni che con «lungimiranza»
dovrebbero garantire anche ai mafiosi «processi equi»
e una sorta di terza via tra irriducibili e dissociati.
12 luglio 2002
Leoluca Bagarella, mentre è in discussione la proroga
del carcere duro (41 bis), in teleconferenza, durante un processo
a Trapani, legge un comunicato contro il 41 bis, in cui accusa
i politici di non aver mantenuto i patti.
14 luglio 2002
Giuseppe Graviano (sapendo di avere la posta controllata)
scrive una lettera a Fifetto Cannella in cui discetta darte
e chiede se è più importante «la Cappella
Sistina o il Museo Egizio di Torino». I due sono tra
i protagonisti della stagione delle stragi del 1993 con obiettivi
proprio edifici darte.
15 luglio 2002
Silvio Berlusconi risponde: «Non ci faremo intimidire».
17 luglio 2002
Viene resa pubblica una lettera firmata da 31 boss mafiosi
(tra cui Graviano e Cannella), affidata al segretario radicale
Daniele Capezzone, in cui lanciano avvertimenti ai loro avvocati
che, diventati parlamentari, li hanno diimenticati.
17 luglio 2002
Il Sisde stila un
informativa segreta
in cui comunica di aver appreso da fonti confidenziali che,
«vista linefficacia delle proposte di pacificazione,
i capi di Cosa Nostra in carcere potrebbero aver deciso di
reagire con gli strumenti criminali tradizionali colpendo
obiettivi ritenuti paganti. Secondo le stesse fonti avrebbero
però affermato lintenzione stavolta
di non fare eroi». Linformativa fa
due nomi di possibili obiettivi: Marcello DellUtri e
Cesare Previti.
19 luglio 2002
Altra
informativa del Sisde, in cui
si accenna alla lettera inviata dai 31 boss agli avvocati-parlamentari,
che il servizio ritiene per questo a rischio attentato. In
seguito viene assegnata una scorta ad alcuni di quegli avvocati
e a DellUtri.
8 agosto 2002
LAnsa annuncia che «sono state rafforzate le misure
di sicurazza nelle grandi gallerie della Santa sede e nella
Cappella Sistina».
Estate 2002
Altre lettere tra boss mafiosi con posta sotto controllo:
vi si parla darte, di sport, di Formula 1 e del Milan
calcio. Giovanni Riina, figlio di Totò, manda alla
madre una lettera in cui discute del Milan. I Graviano chiedono
che sia loro mandata una maglia del Milan. Un rapporto dello
Sco interpreta: sono in attesa di una risposta a qualche richiesta
presentata a esponenti del fronte berlusconiano; e la sigla
usata per dire Formula 1 è F1, quasi identica a FI,
Forza Italia. Il Museo Egizio di Torino, secondo alcuni investigatori,
è un accenno al procuratore generale torinese Giancarlo
Caselli.
9 settembre 2002
Marcello DellUtri rinuncia alla scorta.
Inverno 2002
Continua la corrispondenza tra boss. Vi si parla di una fabbrica
«da chiudere», con un nome simile a quello di
un magistrato antimafia. Uno dei fratelli Graviano annuncia
che gli sarà regalato un cane, che «arriverà
prima di Natale». Contro il 41 bis, la mafia apre due
canali: due avvocati calabresi e il partito radicale. Lo conferma
Luigi Giuliano, camorrista, che i radicali avevano citato
come esempio di vittima di trattamento disumano: diventato
collaboratore di giustizia, Giuliano rivela che le sue malattie
erano inventate, con la complicità di un direttore
sanitario; e che esiste un piano per agganciare i politici,
inviare messaggi e ricatti e ottenere un trattamento carcerario
più favorevole. Altrimenti «la tregua»
accettata da Bagarella finirà.
19 dicembre 2002
Il Senato approva (DellUtri assente) il 41 bis come
norma definitiva.
22 dicembre 2002
Allo stadio di Palermo viene esposto uno striscione: «Uniti
contro il 41 bis. Berlusconi dimentica la Sicilia».
25 marzo 2003
Dichiarazioni spontanee di Totò Riina, in teleconferenza
dal carcere di Ascoli Piceno, durante un processo sulle stragi
del 1993: «Sono innocente. Dal giorno del mio arresto
sono sempre stato in isolamento e non potevo avere contatti
nemmeno con i miei parenti». Poi Riina invita i giudici
ad approfondire le circostanze del suo arresto, nel caso qualcuno
dello Stato possa aver trattato per la sua cattura: «Ho
letto sul Giornale di Sicilia che qualche giorno prima del
mio arresto il ministro Mancino aveva più volte annunciato
che era imminente la mia cattura. Quindi cè stata
una trattativa, cercate di informarvi. E informatevi pure
sulla vicenda Di Carlo, che mi risulta sarebbe stato contattato
dai servizi segreti per gli attentati con autobombe».
6 maggio 2003
Arriva in aula alla Camera il disegno di legge Pepe-Saponara
che permette la revisione dei processi, anche quelli con sentenza
definitiva, ma emessa prima dell'approvazione del cosiddetto
giusto processo. I boss mafiosi Ipossono cosě sperare di ricominciare
da capo i loro processi.