Campioni dItalia
Edgardo Sogno
Doppio Sogno o doppio Stato?
4. Sogno golpista «bianco»
Il combattente Sogno, dopo lesperienza di Pace e Libertà,
rientra nei ranghi e nel ruolo del ministero degli Affari esteri e passa
alcuni anni fuori dallItalia come diplomatico in Birmania. Rientra
in patria nel 1970 e subito fonda i Comitati di Resistenza Democratica.
Sostiene di essere tornato in Italia «in un momento eccezionale,
in obbedienza a un dovere morale». Il momento, effettivamente, è
eccezionale: la strage di piazza Fontana, nel dicembre 1969, ha appena
dato il via alla cosiddetta «strategia della tensione», che
nella mente dei suoi ideatori avrebbe dovuto portare a un cambiamento
istituzionale e a una svolta autoritaria. Quelli dal 1970 al 74
sono gli anni più intensi della «guerra non ortodossa»,
teorizzata e preparata da un convegno, il noto incontro del 1965 allHotel
Parco dei Principi a Roma, organizzato dai servizi e dallo Stato Maggiore
della Difesa con la partecipazione di alcuni leader del neofascismo italiano.
Allavvio della fase della «distensione» tra Est e Ovest,
i promotori del convegno (e della «guerra non ortodossa»)
sostengono che il comunismo non si sta «aprendo», ma sta soltanto
utilizzando tecniche più sofisticate per penetrare in Occidente.
Il nemico è il «dialogo», considerato il cavallo di
Troia del comunismo nellOccidente. Il pericolo è alle porte,
dunque, e in un momento di rischio eccezionale per lItalia bisogna
rispondere con mezzi adeguati ed energie eccezionali. Dopo il 1968 degli
studenti e il 69 degli operai, la società italiana si è
spostata a sinistra e il Pci potrebbe conquistare il potere per via elettorale.
Diversi centri si attivano per scongiurare il pericolo: alcuni ruotano
attorno agli ambienti della destra estrema, altri attorno agli apparati
statuali e agli ambienti atlantici. Il fine, per tutti, è unico:
impedire comunque larrivo dei comunisti al potere, con ogni mezzo.
Le tattiche sono diverse: alcuni, come gli uomini raccolti attorno al
principe Junio Valerio Borghese, puntano al golpe classico, con
forti tinte neofasciste; altri, come Sogno e Pacciardi, progettano una
svolta presidenzialista e gollista per dare allItalia un «governo
forte» e una «Seconda Repubblica»; altri ancora ritengono
che sia sufficiente minacciare il golpe per mantenere e consolidare gli
equilibri e ritengono che azioni anche violente di disordine possano essere
giocate come carta per ottenere una generalizzata richiesta dordine
(«destabilizzare per stabilizzare»). Sogno si getta nella
mischia. Ristabilisce i contatti con i vecchi partigiani bianchi della
Franchi. Sono con lui Angelo Magliano, Aldo Cucchi, Rino Pachetti,
Andrea Borghesio ed Enzo Tiberti (di cui, molti anni dopo, sarebbe
emersa lappartenenza alla struttura Gladio). Insieme preparano un
progetto presidenzialista. Sostenitori e finanziamenti non mancano. Dichiarerà
anni dopo il direttore delle relazioni esterne della Fiat, Vittorino
Chiusano, al giudice istruttore di Torino Luciano Violante:
«Nel 1970 o 1971, non ricordo bene, il dottor Sogno venne nel mio
ufficio esponendomi la necessità di un finanziamento per svolgere
unazione politica che mi sembrava interessante nei confronti del
Pli. Sostanzialmente si trattava di fare di questo partito lelemento
catalizzatore della destra democratica anche per sbloccare i voti congelati
nel Msi. Il discorso mi è sembrato valido e ho disposto il versamento
di contributi per lo svolgimento di questa attività». Dalla
sola Fiat, Sogno riceve tra il 1971 e il 1974 almeno 187 milioni dellepoca,
che gli servono, secondo le dichiarazioni di Chiusano, per «conquistare»
il Pli e «aprire» al Msi. Il 30 maggio 1970 nascono ufficialmente
i Comitati di Resistenza Democratica: nellabitazione dellarchitetto
Guglielmo Mozzoni, a Biumo di Varese, presente «una trentina
di ex partigiani democratici», secondo il racconto dello stesso
Sogno. Nel programma in dieci punti stilato quel giorno si legge: «La
crisi che si presenta come certa, anche se a unepoca non ancora
precisabile, è una crisi profonda dello Stato e delle istituzioni.
Essa costituisce una svolta, un punto limite oltre il quale viene a mancare
la base di legittimità su cui la Repubblica è stata fondata».
Per questo si rende necessario «ristabilire il carattere democratico,
occidentale e nazionale del regime». «Al momento della crisi
rappresenteremo lunica alternativa con una preparazione e una legittimità
per la fondazione della seconda Repubblica». Al Comitato di Sogno
aderiscono due stranieri eccellenti: John McCaffery Junior, il
figlio delluomo che nel 1943-45 guidò da Ginevra i servizi
segreti inglesi in Italia, ed Edward Philip Scicluna, che durante
la guerra fu paracadutato tra i partigiani come ufficiale di una missione
inglese e divenne poi capo della Divisione Lavoro della Commissione Alleata
in Piemonte. Nel 1970 Scicluna era direttore generale della Fiat Agency
and Head Office a Malta. Ha contatti con Sogno anche Hung Fendwich, ingegnere
americano dirigente dellindustria elettronica Selenia, considerato
eminenza grigia della Cia in Italia e intermediario tra il presidente
Usa Richard Nixon e il principe golpista italiano Junio Valerio
Borghese. Al pubblico, il movimento di Sogno è presentato il 20
giugno 1971. Sono appena state aperte le urne delle elezioni amministrative
parziali del 13 giugno, in cui lestrema destra ha avuto un buon
risultato elettorale. Sogno proclama: «Si avvicina il momento in
cui sono necessarie soluzioni che non rientrano più nella meschinità
del calcolo e del dosaggio politico ordinario, il momento in cui fatalmente
prevale chi sa concepire una comunità più ricca di motivi
ideali, una società fondata su valori morali più generosamente
e generalmente sentiti». Nellottobre successivo, un gruppo
di medaglie doro della Resistenza iscritte alla Fivl, la Federazione
Italiana Volontari della Libertà, firma un appello contro i «frontismi
estremi» e a favore di Edgardo Sogno. Nel gennaio 1972 inizia le
pubblicazioni la rivista Resistenza Democratica: editore è Enzo
Tiberti, ex partigiano delle Brigate Garibaldi, iscritto al Pci fino
al 1948, poi passato al fronte anticomunista ed entrato nel 1960 nelle
file di Gladio. Il primo numero della rivista ha articoli firmati, tra
gli altri, da Massimo De Carolis, da Aldo Cucchi, dal generale
Sabatino Galli. Sul secondo numero di Resistenza Democratica il
giornalista televisivo Enzo Tortora scrive sulle «follie
del dittatore-attore Fidel Castro» e compaiono anche articoli
in favore del Movimento nazionalista ucraino che si rifà al governo
filonazista di Jaroslav Stetzko. A una delle manifestazioni del
Comitato, il 28 febbraio 1972 al teatro Odeon di Milano, accanto a Sogno
ci sono il massone Aldo Cucchi, il solito Massimo De Carolis
e un socialdemocratico che farà strada: Paolo Pillitteri.
Nel frattempo si riavvicina a Sogno anche Luigi Cavallo, che aveva
già collaborato con lui negli anni Cinquanta, ai tempi eroici di
Pace e Libertà. Nel settembre 1973, allindomani del golpe
del generale Pinochet in Cile, Sogno commenta: «Nel caso del Cile
è ingiusto e disonesto accusare i militari di aver ucciso la democrazia».
Nel novembre successivo, parlando a Milano, afferma: «In momenti
come questi non possiamo lasciare il nostro destino e quello dei nostri
figli nelle mani di politici di mestiere che hanno perso il senso della
storia e si sono rassegnati al peggio. Nei momenti decisivi per questo
Paese noi abbiamo sempre avuto piccole minoranze, uomini singoli che sono
intervenuti e che hanno assunto la responsabilità della guida morale
e delle grandi decisioni. Di fronte alla situazione in cui stiamo scivolando,
lintelligenza e il mestiere politico non sono più sufficienti».
E ancor più chiaramente: «La ripresa di un cammino ascendente
nello sviluppo economico, sociale e politico del Paese è impossibile
senza una rottura della continuità con lattuale regime, senza
una radicale modificazione dellattuale quadro politico e senza il
totale ricambio dellattuale classe politica». Con il passare
dei mesi, si accentuano i caratteri eversivi del movimento e si riducono
le distanze tra le due ali del «partito del golpe» che è
al lavoro in Italia: molti partigiani abbandonano Sogno, che si avvicina
invece agli uomini del principe Borghese, come Remo Orlandini;
e Andrea Borghesio, amico personale di Sogno e sostenitore del
suo progetto fin dalla prima ora, entra nellesecutivo piemontese
del Fronte Nazionale di Borghese, fianco a fianco con il neonazista Salvatore
Francia, capo piemontese di Ordine Nuovo. Sogno dunque, per sua stessa
ammissione, lavora per la «rottura», per «una radicale
modificazione» del quadro politico. Progetta un piano eversivo che
sarebbe dovuto scattare mentre le grandi fabbriche erano chiuse e lItalia
era in vacanza, tra il 10 e il 15 agosto 1974. Prepara unazione,
anche armata, che sarebbe scattata in caso di vittoria elettorale delle
sinistre. Un «golpe bianco», anticomunista e liberale, unazione
«violenta, spietata e rapidissima». Secondo le dichiarazioni
di Luigi Cavallo, avrebbe dovuto essere «un golpe di destra con
un programma avanzato di sinistra, che divida lo schieramento antifascista
e metta i fascisti fuori gioco». Un colpo organizzato «con
i criteri del Blitzkrieg: sabato, durante le ferie, con le fabbriche chiuse
ancora per due settimane e le masse disperse in villeggiatura».
Conseguenze immediate: lo scioglimento del Parlamento, la costituzione
di un sindacato unico, la formazione di un governo provvisorio espresso
dalle Forze Armate, che avrebbero dovuto attuare un «programma di
risanamento e ristrutturazione sociale del Paese», una riforma elettorale-costituzionale
da sottoporre a referendum, lattuazione di una politica sociale
avanzata che consentisse «il rilancio dello sviluppo economico».
La lista del nuovo «governo forte» era pronta. Presidente
del Consiglio: Randolfo Pacciardi; sottosegretari alla presidenza
del Consiglio: Antonio de Martini e Celso De Stefanis; ministro
degli Esteri: Manlio Brosio; ministro dellInterno: Eugenio
Reale; ministro della Difesa: Edgardo Sogno; ministro delle
Finanze: Ivan Matteo Lombardo; ministro del Tesoro e del Bilancio:
Sergio Ricossa; ministro di Grazia e Giustizia: Giovanni Colli;
ministro della Pubblica istruzione: Giano Accame; ministro dellInformazione:
Mauro Mita; ministro dellIndustria: Giuseppe Zamberletti;
ministro del Lavoro: Bartolo Ciccardini; ministro della Sanità:
Aldo Cucchi; ministro della Marina mercantile: Luigi Durand
de la Penne. Il governo di tecnici imposto dal «golpe bianco»
sarebbe stato legittimato davanti allopinione pubblica - nei progetti
dei suoi strateghi - dalla contemporanea messa fuori legge del Msi e dei
gruppi extraparlamentari di destra e di sinistra: ciò avrebbe dovuto
garantire una sorta di equidistanza politica. La fine dellimmunità
parlamentare e un tribunale speciale per i politici, accusati di essere
corrotti e incapaci, avrebbero dovuto infine assicurare consenso al «rinnovamento»
e una legittimazione «morale» alla svolta eversiva, presentata
come intervento necessario per salvare il Paese.
(4.continua)
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