Campioni dItalia
Edgardo Sogno
Doppio Sogno o doppio Stato?
3. Sogno eversore?
Un soldato, un combattente. Il conte Sogno Rata del Vallino ha
il suo battesimo del fuoco nella guerra di Spagna. Poi nella guerra di
Liberazione diventa leggendario come comandante dei partigiani bianchi
della Franchi. Nel dopoguerra il suo ruolo diventa più defilato,
la sua attività più sotterranea, ma non meno intensa. Ufficialmente
Sogno, che ha intrapreso la carriera diplomatica, è nei ruoli del
ministero degli Affari esteri; ma lavora anche per il ministero dellInterno:
soldato dellarmata invisibile che deve combattere la guerra non
dichiarata contro il comunismo - anche oltre e contro la Costituzione.
Negli anni Cinquanta nascono organismi deputati, a diversi livelli di
segretezza e di operatività, alla lotta contro il comunismo. Sorgono
organizzazioni segrete per la «guerra non ortodossa», quali
quelle previste dalla pianificazione Nato Stay behind (Gladio).
Prima ancora, nel settembre 1951, il Consiglio dei ministri istituisce
presso il ministero dellInterno una Direzione generale dei Servizi
di difesa civile, con la facoltà di avvalersi anche di «elementi
volontari». Più volte portata in Parlamento, la legge sulla
Difesa civile non otterrà mai lapprovazione definitiva, a
causa dellopposizione delle sinistre, per le quali il vero scopo
dei «volontari» sarebbe stato lintervento contro i comunisti,
le manifestazioni di piazza e gli scioperi. Ma organismi di «difesa
civile», segreti e senza copertura parlamentare, sono messi ugualmente
in funzione. E Sogno in essi ha un ruolo importante. Lo ammette egli stesso,
in una lettera datata 12 agosto 1969 e inviata allallora ministro
degli Esteri Aldo Moro per lamentare i rallentamenti subiti nella
carriera diplomatica a causa proprio dellattività riservata
svolta per il ministero dellInterno: «Fin dal 1949 lonorevole
Scelba, allora ministro dellInterno, mi interpellò per conoscere
se avrei accettato un incarico che avrebbe comportato il distacco presso
il ministero dellInterno (organizzazione del progettato Servizio
di Difesa civile)». Sogno, in quella prima occasione, rifiuta. Ma
accetta la seconda offerta: «Nel luglio del 1953, per iniziativa
della presidenza del Consiglio (Governo Scelba) mi veniva nuovamente
proposto un incarico di carattere eccezionale e riservato (organizzazione
della difesa psicologica delle istituzioni democratiche) in ripresa di
una operazione avviata nel 1948 per iniziativa del ministro Sforza
nel quadro dellattività svolta in base al piano Marshall.
Accettai tale incarico». E ancora: «Lazione svolta per
il tramite del comitato da me organizzato ebbe tre fasi principali: in
un primo periodo (fino allottobre 1954) essa si concretò
nella realizzazione del progetto che gli onorevoli De Gasperi e
Pella avevano ripetutamente sostenuto in Consiglio atlantico e
consistente nel contrapporre lazione degli organi promotori e coordinatori
della propaganda occidentale alla costante iniziativa sovietica nel campo
della informazione. Nel secondo periodo (ottobre 1954 - giugno 1955) il
comitato assolse funzioni specifiche nel quadro dei provvedimenti adottati
dal Governo Scelba per la difesa delle istituzioni, assumendo compiti
di punta che non potevano essere affidati a organi governativi. Nel terzo
periodo (dopo il giugno 1955) il comitato ridusse progressivamente lazione
esterna per concentrarsi su compiti di carattere riservato sempre nel
campo della difesa psicologica. Durante questo servizio prestato alle
dirette dipendenze della presidenza del Consiglio e in collaborazione
con i ministeri dellInterno e della Difesa, rimasi nei ruoli del
ministero Esteri». La spiegazione del rifiuto che Sogno oppone alla
prima offerta è contenuta in un fascicolo della divisione Affari
riservati del ministero dellInterno (il servizio segreto civile,
progenitore del Sisde): in una vecchia nota classificata «riservatissima»,
si dà conto delle «idee politiche del conte Sogno»,
il quale è «convinto che il popolo italiano ama la forza»
ed è, appunto, «persuaso inoltre che il primo squadrismo
fascista del 19 e del 20 sia degno di encomio, in quanto fu
capace di rintuzzare la tracotanza rossa»; Sogno è tanto
convinto di ciò, che «tenta di rimettere in piedi uno squadrismo
democratico, capace di difendere gli ideali cristiani e democratici
contro lassolutismo comunista»; «nel 1948», ribadisce
la nota dei servizi, «lonorevole Scelba gli offrì la
direzione della Difesa civile, ma egli rifiutò perché la
Difesa civile doveva entrare in azione soltanto nel caso che i comunisti
tentassero unazione di forza e (secondo le sue opinioni) non si
possono galvanizzare gli uomini soltanto per unoccasione sola, che
potrà anche non verificarsi. Occorre invece uno squadrismo risoluto
e attaccabrighe, capace di prendere liniziativa e non di servire
da semplice reazione». Eccolo, lantifascista Sogno: appena
smessa la divisa partigiana rimpiange «lo squadrismo del 19
e del 20» e sogna un nuovo «squadrismo risoluto e attaccabrighe».
Cercherà di realizzarlo nel movimento Pace e Libertà. Rifiutata
nel 1948-49 la Difesa civile perché troppo «morbida»,
accetta la seconda offerta di Scelba, nel 1953: simpegna a organizzare
la sezione italiana del movimento anticomunista transnazionale Paix et
Liberté, con compiti di «contropropaganda» o «guerra
psicologica», affidati nel dopoguerra nei Paesi dellOccidente
in parte a organismi istituzionali (esercito, servizi...) e in parte a
civili, «irregolari» collegati e controllati da settori istituzionali.
Quando, nel giugno 1953, su incarico del governo francese, arriva a Roma
il presidente di Paix et Liberté, Jean Paul David, il presidente
del Consiglio Alcide De Gasperi, insieme al Capo di Stato maggiore e al
Capo della Polizia gli comunicano ufficialmente la costituzione della
sezione italiana di Pace e Libertà, diretta da Edgardo Sogno. Il
ministro degli Esteri Giuseppe Pella, con lettera protocollata il 18 febbraio
1954 scrive al ministro dellInterno Amintore Fanfani: «Nel
settembre u.s. si è costituita poi a Milano, via Palestro n. 22,
una sezione italiana di tale movimento. (...) La sezione italiana di Pace
e Libertà è diretta dalla medaglia doro Edgardo Sogno
Rata, funzionario del ministero degli Affari esteri in aspettativa (...).
Ti sarò perciò assai grato se vorrai esaminare la possibilità
di rivolgere la Tua attenzione a Pace e Libertà in Italia, alla
quale il ministero degli Affari esteri già fornisce assistenza
nei limiti delle proprie possibilità e competenze (informazioni
dai Paesi doltre cortina, giornali, etc.) ma che, per la sua particolare
e utile attività allinterno conviene possa far capo anche
al Tuo Dicastero». Lorganizzazione è formalmente privata,
ma la copertura è istituzionale. I finanziamenti giungono, secondo
le tracce rimaste in alcune relazioni dei servizi, dagli industriali del
Nord, Fiat, Viberti, Pirelli, con la mediazione dellUfficio Rei
- Ricerche economiche e industriali - del Sifar, comandato dal colonnello
Renzo Rocca (che poi morirà, in un suicidio rimasto misterioso).
Un funzionario del Sifar, Vittorio Avallone, racconterà in seguito,
in una testimonianza resa al pretore Raffaele Guariniello, gli
intensi rapporti intercorsi tra servizi, Fiat e Pace e Libertà,
anche attraverso il provocatore Luigi Cavallo, per qualche tempo
al fianco di Sogno nel suo movimento. Nel gennaio 1956, secondo una relazione
dellufficio Affari riservati del ministero dellInterno, si
svolge a Milano un congresso internazionale dei comitati Paix et Liberté,
con la partecipazione di rappresentanti di Italia, Francia, Belgio, Svizzera,
Olanda, Germania. «I rappresentanti di altri comitati, non potuti
intervenire», scrive la relazione, «hanno fatto pervenire
messaggi di solidarietà e di augurio. (...) I congressisti, pur
tenendo conto delle particolari modalità di azione dipendenti dalla
situazione politica dei vari Paesi, hanno convenuto che, in vista dei
continui progressi del bolscevismo in tutto il mondo, e poiché
il comunismo rappresenta un grave pericolo per le istituzioni fondamentali
degli Stati democratici, occorre promuovere un anticomunismo di Stato».
è il «doppio Stato» al lavoro: per salvare dal pericolo
comunista la democrazia, si infliggono ferite alla democrazia, promuovendo
organizzazioni segrete che si muovono fuori e contro ciò che è
permesso e stabilito dalla Costituzione democratica. Ma qual era, in concreto,
lattività dei gruppi di Sogno? Si limitavano alla propaganda
anticomunista? In una circolare interna del luglio 1954 inviata alle sezioni
provinciali vengono chiariti i compiti dellorganizzazione: «Raccogliere
gli indirizzi degli attivisti di tutte le organizzazioni cominformiste
(Pci, Cgil, Udi, Fgci ecc.). Iscrivere su un libro nero tutti
gli elementi comunisti che occupano posti di responsabilità nellamministrazione
pubblica e nelle principali aziende, con scheda biografica per ognuno
di essi. Costruire una rete informativa anticomunista in tutta la provincia,
rete che deve essere clandestina e assolutamente indipendente dallorganizzazione.
Formare una squadra con compiti speciali». Siamo evidentemente fuori
dalla legalità democratica. Schedatura dei comunisti, organizzazione
clandestina e compartimentata. E quali saranno i «compiti speciali»?
E i «compiti di punta che non potevano essere affidati a organi
governativi», di cui Sogno accenna nella sua lettera a Moro,
hanno forse a che fare con quello «squadrismo risoluto e attaccabrighe»
inseguito da Sogno? Una relazione dellaprile Una relazione dellaprile
1954 contenuta nel fascicolo su Pace e Libertà custodito presso
gli Affari riservati conferma che «lopera di propaganda e
di forza del movimento Pace e Libertà esorbita dalle limitazioni
osservate da analoghe organizzazioni (...) ponendosi su un piano di lotta
aperta ed a oltranza, con organizzazione paramilitare. (...) Il centro
sicurezza raccoglie gruppi di ex partigiani autonomi, nonché
di giovani volontari di Pace e Libertà, organicamente costituiti
in reparti da impiegarsi in azione controrivoluzionaria, qualora il potere
dovesse passare in mano alle sinistre, anche se ciò dovesse, malauguratamente,
avvenire attraverso consultazioni elettorali». Lestensore
del rapporto racconta: «Laccesso ai locali è inibito
a chicchessia. Essendo accompagnato dal Sogno, ho potuto personalmente
rendermi conto della elevata efficienza della organizzazione». E
conclude con quattro punti: primo, «il Sogno ha preso diretto contatto,
recentemente, con il presidente del Consiglio, onorevole Scelba. Dellesito
di tale contatto egli ha trasmesso una succinta, ma delicata, relazione
alle autorità dalle quali dipende»; secondo, «il Sogno
opera con la piena autorizzazione del ministero degli Esteri italiano»;
terzo, «lorganizzazione Pace e Libertà è validamente
sostenuta da potenti erogazioni finanziarie provenienti da gruppi industriali
del Nord»; quarto, «il Sogno gode di un certo appoggio di
elementi dellAmbasciata americana (segreteria Signora Luce)».
(3.continua)
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